Quale legame unisce l’odio dei fondamentalisti islamici al Bataclan, la sala da concerti divenuta il simbolo delle stragi parigine del 13 novembre? Costruito nel 1864 su progetto dell’architetto Charles Duval, deve il suo nome a Ba-Ta-Clan, un’operetta in un atto di Offenbach rappresentata nel 1855, primo, grande successo di pubblico del compositore. Nel 1991 il locale fu dichiarato monumento storico. Ma da tempo sembra essere nel mirino delle organizzazioni terroristiche di matrice islamica per le conferenze e le manifestazioni a sostegno di Israele. Iniziative volute dai proprietari, entrambi ebrei. In questo video, girato nel 2008, un gruppo di radicali filo-palestinesi a volto coperto minaccia i responsabili del Bataclan per aver organizzato il gala annuale del Magav, un corpo militare interno alla polizia israeliana assegnato al controllo delle frontiere. Un episodio lontano 7 anni dagli attentati che hanno colpito Parigi lo scorso fine settimana. Ma stando a queste immagini, i sospetti che il Bataclan fosse nel mirino del fondamentalismo islamico sembrerebbero fondati. Sospetti che aggiungono interrogativi quanto al lavoro dei servizi segreti francesi dopo l’attentato alla sede del giornale satirico di Charlie Hebdo. Le minacce del 2008 erano un presagio a quello che sarebbe accaduto 7 anni dopo nell’auditorium dove sono state uccise 89 persone? A quei fatti si aggiunge oggi la notizia che gli Eagles Of Death Metal, la band che si stava esibendo quando i terroristi hanno aperto il fuoco e uscita indenne dalla carneficina, l’anno scorso sono stati protagonisti di una tournée in Israele che aveva ricevuto intimidazioni tanto da ritenere possibili episodi di boicottaggio dei concerti

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