Dopo un mistero durato diversi giorni si è capito cosa ci faceva il gran dispiegamento di forze nel porto di Cagliari intorno a un nave cargo da 96 metri ferma e sotto sigilli. Dietro la copertura di 18 tonnellate di granito è saltato fuori un carico di 20 di tonnellate hashish, del valore di oltre 200 milioni di euro, subito sequestrati. Comandante e nove membri dell’equipaggio arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e una nave del valore di almeno mezzo milione che dopo il sequestro potrebbe essere confiscata. È il bilancio dell’operazione internazionale condotta dalla Guardia di finanza di Cagliari iniziata 20 giorni fa con “l’abbordaggio” della nave Jupiter, battente bandiera delle Isole Cook, diretta in Libano, bloccata nel Canale di Sardegna da tre pattugliatori d’altura della Fiamme gialle e scortata nel porto di Cagliari.

Dopo 18 giorni di lavoro in cui la nave è stata prima scaricata dalle 18 tonnellate di granito che si trovavano a bordo e poi è stata passata palmo a palmo, le Fiamme gialle sono riuscite a individuare il nascondiglio della droga: 821 pacchi di hascisc infilati all’interno dei cassoni di zavorra di prua, protetti da un’angusta intercapedine ricavata fra la chiglia esterna della nave e lo spazio interno che normalmente all’occorrenza viene riempito d’acqua per il bilanciamento del carico. Una intercapedine in cui i militari si sono infilati per recuperare la droga.

Le indagini sul cargo sono iniziate a ottobre dello scorso anno. La Guardia di finanza, in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi antidroga, il Maritime Analysis ad Operations Centre-Narcotics di Lisbona, il Ceclad ed Ocrtis francesi, Europol e la Guardia Civil spagnola, hanno seguito gli spostamenti lungo le varie rotte, dalla sua partenza dalla Spagna. Un lavoro minuzioso in cui sono stati utilizzati anche sofisticati sistemi di individuazione e controllo, ma soprattutto, come sottolineato dal comandante provinciale della Gdf di Cagliari, generale Giampiero Ianni, è stata fondamentale la collaborazione internazionale.

Ottenuto il permesso per l’abbordaggio da parte della Nuova Zelanda, i finanzieri hanno scortato la nave fino a Cagliari dove sono iniziate le ispezioni da parte dei militari delle Fiamme gialle del Gico del Nucleo di polizia tributaria, del Reparto operativo aeronavale e della Capitaneria di porto. Solo ieri, però, grazie all’utilizzo di particolari apparecchiature è stato individuato e recuperato il carico. “I finanzieri si sono calati nei cunicoli per recuperare pacco dopo pacco la droga – ha sottolineato il comandante Ianni – è stato un intervento quasi cinematografico. Può essere definito sul fronte del sistema investigativo nazionale e internazionale un’operazione di scuola”.

Bene l’Italia in prima linea nello stroncare grandi traffici. Ma dove andavano quelle tonnellate di droga? Sebbene non se ne abbiano ancora evidenze dirette, quel trasporto enorme di stupefacenti potrebbe essere collegato al traffico di migranti, di armi e vi possono essere collegamenti con il terrorismo internazionale, anche se in questo caso non abbiamo evidenze. “Riteniamo però plausibile che una parte di questo narcotraffico possa alimentare il circuito criminale – ha detto il colonnello della Finanza Pino Colone – Questo trasporto dimostra capacità organizzative non indifferenti che ci portano a concludere – ha sottolineato il colonnello – che nel Mediterraneo si siano aperte autostrade del traffico di droga che viaggiano in parallelo con quello di migranti e armi”.

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