E’ stato invitato dall’Ausl di Modena per presentare il suo ultimo libro durante Mat, la Settimana della salute mentale, e la sua presenza in città ha già sollevato un’ondata di polemiche. Lui è Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, che il 20 ottobre prossimo sarà al teatro La Tenda della Ghirlandina per parlare della “Rivolta del riso”, il suo più recente lavoro da quando, uscito dal carcere negli anni ‘90, si è dedicato alla sociologia. Fondando la cooperativa Sensibili alle foglie e rifiutando di parlare del suo ruolo di ideologo durante gli anni di piombo.

A sollevare il caso è il consigliere regionale Tommaso Foti, di Fratelli d’Italia – An, che in un’interrogazione alla giunta emiliano romagnola ha puntato il dito contro l’invito rivolto a Curcio dall’azienda sanitaria, giudicandolo “incomprensibile, quando non offensivo per i familiari delle vittime del terrorismo. Esorto l’Ausl di Modena – scrive Foti – a valutare nuovamente l’opportunità della presenza di Curcio al dibattito, e in ogni caso a dissociarsi dall’iniziativa”.

E a guardare in modo critico alla presenza dell’ex brigatista nella città dove ha insegnato Marco Biagi, assassinato a Bologna da un commando delle Nuove Brigate Rosse nel 2002, non è solo Foti. Già nel 2008, infatti, Curcio, ex militante del Movimento Studentesco prima di fondare, nel 1969, con la moglie Margherita Cagol, il Collettivo Politico Metropolitano, che poi avrebbe dato origine al primo nucleo delle Brigate Rosse, era stato invitato a Modena dal circolo del Collettivo autogestito per presentare un altro suo libro, I dannati del Lavoro. E l’allora sindaco Pd Giorgio Pighi l’aveva ‘bandito’, dichiarandolo “non gradito, visto che non ha mai ripudiato la cosiddetta lotta armata”, affermazione ribadita all’epoca dall’attuale governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

Ma anche il primo cittadino di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, non sembra entusiasta del dibattito. “Il Mat non è un’iniziativa del Comune – precisa infatti il sindaco in una nota pubblicata sulla Nuova Prima Pagina, nel prendere le distanze dall’appuntamento – e per quanto riguarda l’ideologia di Curcio, c’è la più netta e totale condanna e contrapposizione, sia mia personale che dell’amministrazione comunale, ben sapendo quanto la città di Modena e tanti modenesi abbiano sofferto negli anni del terrorismo. Negli ultimi anni Curcio si è occupato in particolare della condizione carceraria dei detenuti, con particolare rilievo per i manicomi giudiziari. Mi auguro che come avvenuto in passato si limiterà a parlare del tema in oggetto”.

Nonostante le polemiche, tuttavia, l’Ausl ha rivendicato la scelta del dibattito, a cura della cooperativa sociale Aliante, e in collaborazione con le associazioni Idee in Circolo e Insieme a noi. “A interessarci – ha dichiarato infatti Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’azienda sanitaria, a margine della conferenza stampa di presentazione di Mat – è l’oggetto dell’incontro, l’esperienza che sarà rappresentata il 20 ottobre. Noi siamo un’azienda sanitaria, e non sta a noi esprimere giudizi. Vogliamo concentrarci sul tema del dibattito che ci è stato proposto”.

Secondo quanto riportato nel programma del Mat, il libro di Curcio, “analizza i dispositivi totalizzanti all’opera nelle associazioni, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni”. “Nel prendere in esame la condizione dei lavoratori del Terzo Settore vengono esaminate  le esperienze lavorative di alcuni educatori che hanno partecipato ad un cantiere sociale sul tema e hanno raccontato le proprie storie – si legge sulla pagina della Settimana della salute mentale – Renato Curcio con capacità analitica e narrativa, puntualizza i passaggi cruciali e svela i nodi critici comuni alle diverse esperienze”. “Abbiamo accettato – precisa anche il direttore del Dipartimento di salute mentale Fabrizio Starace – perché si tratta di una riflessione su un’analisi sociale”.

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