La pressione del cemento era troppo alta e il cassone è scoppiato: l’incidente, accaduto ad ottobre e tenuto nascosto, si è verificato nei cantieri del Mose, nel porto di Chioggia, durante una fase di lavorazione a poche settimane dall’inaugurazione. Già altre volte sono accaduti episodi del genere, ma questo è il primo per dimensioni e importanza. Il danno stimato è di 10 milioni di euro. Ad essere crollato è il cassone numero 8, una delle basi in calcestruzzo da 16mila tonnellate sulle quali vengono fissate le paratoie delle dighe mobili.

Secondo i quotidiani locali sono in corso complicati lavori sottomarini di ripristino della struttura, che potrebbero influire anche sui tempi della consegna dell’opera, prevista per il 2018. “Si tratterebbe di errore umano – spiega il Consorzio Venezia Nuova, concessionario del ministero delle Infrastrutture – i costi del lavoro di riparazione saranno comunque coperti dall’assicurazione”.

La concessione dell’infrastruttura è stata commissariata da circa un anno dall’Autorità anticorruzione, dopo l’inchiesta veneziana che ha portato alla scoperta di un vasto giro di tangenti. Il Mose, stando ai dati pubblicati dal Consorzio, è all’85% della sua realizzazione e ha un costo complessivo di sei miliardi di euro, anche se negli ultimi dieci anni sono cresciuti di 1,3. La Capitaneria di porto ha anche emesso un’ordinanza che limita il transito di navi e pescherecci in bocca di porto, disponendo anche manovre di accompagnamento da parte dei rimorchiatori.

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