Anche quest’anno il meccanismo dell’otto per mille porterà ingenti risorse nelle casse della Chiesa cattolica e, in misura minore, alle altre confessioni religiose ammesse all’intesa con lo Stato. Si tratta, tuttavia, di un meccanismo da sempre molto contestato, soprattutto perché prevede l’assegnazione, in termini proporzionali rispetto al totale delle opzioni espresse, anche delle risorse di quei contribuenti – e sono la maggioranza – che non esprimono alcuna indicazione. Inutile dire che questo metodo avvantaggia la Chiesa cattolica, la quale peraltro destina a opere di carità solo una parte minoritaria delle centinaia di milioni di euro che incassa annualmente. La stessa Corte dei conti ha sottolineato la necessità di rivedere una normativa che presenta un evidente deficit di trasparenza. Siamo andati in strada a Roma, nelle vie adiacenti alla Basilica di San Pietro, per ascoltare l’opinione dei cittadini. Molti degli intervistati non conoscono il funzionamento dell’otto per mille. Chi lo conosce è perlopiù contrario, poiché “la scelta del contribuente deve essere libera e consapevole”. Ma c’è anche chi approva: “La chiesa non può mantenersi solo con le donazioni spontanee dei fedeli”. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votate la risposta che vi convince di più    di Piero Ricca, riprese e montaggio Mauro Episcopo

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