Alla fine l’anagrafe dell’edilizia scolastica è arrivata. Dopo diciannove anni gli italiani, da domani, potranno avere online una fotografia della situazione delle nostre scuole. Nessuna speciale concessione di Governo ma il rispetto di una Legge, la 23 del 1996 quando ministro dell’Istruzione era Giancarlo Lombardi. Dopo quasi due decenni e una catena di annunci, non ultimi quelli del sottosegretario Davide Faraone che aveva assicurato la sua pubblicazione già il 22 aprile scorso, il ministro Stefania Giannini ha presentato i risultati di oltre 42mila edifici esaminati.

Molti dei dati diffusi sono noti ma balza all’occhio un numero: 8.450 scuole non risultano in funzione perché in ristrutturazione, dismesse o in costruzione. A detenere il primato di questa classifica sono la Sicilia (2580 edifici) e il Lazio (1922). Segue la Sardegna che registra 1.615 strutture non attive ma va detto che anche al Nord non mancano situazioni di questo genere: in Lombardia sono 432; in Emilia Romagna 337 e in Veneto 334. La maglia rosa va al Friuli Venezia Giulia che non ha scuole chiuse e al Piemonte che ne ha solo tre. Nonostante lo sforzo del Ministero di mettere in luce i dati positivi attraverso le slide presentate, non si può non notare che sono ancora troppo poche le scuole che hanno una certificazione.

Dal Miur arriva la conferma di quanto denunciato da anni da “Cittadinanzattiva”: meno della metà (49%) degli istituti che frequentano i nostri ragazzi ha il certificato di collaudo statico e solo il 39% possiede quello di agibilità e abitabilità. Non va meglio dal punto di vista delle barriere architettoniche, nonostante in quest’ultimo decennio si siano fatti passi in avanti: il 29% dei luoghi dove i nostri ragazzi vivono la maggior parte del tempo non ha degli accorgimenti specifici per superare i limiti che impediscono ai disabili di muoversi liberamente. Basta pensare che l’anagrafe dell’edilizia scolastica ha registrato solo il 51% degli edifici con le scale a norma. In ogni caso ora si parte da qui. E’ la convinzione della Giannini che illustrando i dati ha spiegato: “Oggi è una giornata in cui non solo la scuola italiana ma tutto il Paese fa un passo avanti enorme nella conoscenza reale dello stato dei nostri istituti. Con questa anagrafe, ora, conosciamo le condizioni dettagliate di ciascun edificio.

Una fotografia che ci consente anche di poter programmare e investire al meglio i 3 miliardi e mezzo già disponibili per realizzare gli interventi laddove sono necessari, per abbellire, riqualificare e costruire scuole innovative. Per le famiglie, per gli studenti e per il Paese è un risultato davvero importante. Per la prima volta abbiamo in una azione coordinata e congiunta il Governo, le Regioni, gli Enti locali”. Qualche dubbio lo solleva Adriana Bizzarri, responsabile scuola di “Cittadinanzattiva”: “Bisogna vedere se e cosa uscirà domani. Sembra che i dati verranno completati nel gennaio 2016. Noi siamo molto cauti. Francamente ci siamo meravigliati che sia stata presa questa decisione il 7 agosto ma siamo soddisfatti di questo passo.

L’anagrafe consente di fare una programmazione oculata. Abbiamo sempre contestato il fatto che gli interventi compiuti in quest’ultimo anno siano stati eseguiti solo sulla base delle indicazioni dei sindaci; non abbiamo certezze che abbiano seguito un criterio di oggettività. La gran parte dei dati erano noti, la novità è quella del numero degli edifici in disuso. Ora dovremo capire come mai così tante strutture sono chiuse. I comuni, inoltre, hanno acquisito e passato al Miur dati vecchi, del 2011-2012”.

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