Di tre argomenti non riesco a non parlare in questi giorni. Le maglie del Manchester, la Sampdoria, e la classifica inglese dei giocatori sopravvalutati. Dunque, premetto che sto guardando molte partite di calcio estivo, e se mi capita l’occasione vado pure nei luoghi dei ritiri, a fare foto, o reportage. Sarà che la scrittura del nuovo libro mi sta portando da altre parti (sto finendo un libro che c’entra con la fisica e i fisici), e quindi il calcio è per me il luogo del riposo intellettuale dalle fatiche quotidiane (visto che per Javier Marias era il “ritorno settimanale all’infanzia”…), però ci prendo gusto a innescare alcune discussioni piene di teorie e assiomi, che neanche la fisica sa sostenere.

Allora, primo argomento: la maglia che il Manchester United ha pensato per le tifose mi piace moltissimo. Finalmente una t-shirt fasciante, che segue le forme del corpo femminile, che sono ben diverse da quello maschile. Non capisco la polemica che i principali quotidiani hanno mosso contro la società inglese, come se fosse veramente sessista vestirsi bene. Come se una donna, solo perché tifosa di una squadra di calcio, debba buttarsi addosso una palandrana e morta lì, andare allo stadio come una hippie o una cartomante, senza badare a come appare. C’è ancora qualcuno che pensa che i tifosi o le tifose di calcio siano solo personaggi che ruttano e bevono, dall’eloquio faticoso, perdigiorno e senza speranza? Non ci credo. Come è possibile che i nostri quotidiani abbiano riportato le accuse di sessismo così, dandone sensazionale risalto come fosse una notizia? Mi faccio invece un’altra domanda: perché anche le giocatrici di calcio, non solo le tifose, non hanno pure loro una maglia fasciante?

Seconda questione: la Sampdoria. In questi giorni sono a Genova, e le notizie sulla Samp le leggo dal Secolo XIX (qui stiamo vivendo un grave lutto: ha chiuso i battenti il Corriere Mercantile, era un gran giornale, solidarietà con i giornalisti liguri). C’è la questione Zenga che tiene banco (sconfitto per 4-0 a Torino contro il Vojvodina, e giovedì c’è la partita di ritorno), i tifosi che firmano la petizione per avere Montella (appena messo on-line su change.org, nelle prime ore raccolte subito 500 firme), e i genoani che ridono delle risate che si erano fatti i doriani per questo ingresso in Europa passando dai preliminari al posto loro.

Questo è tifo sano. Sono stata a Bogliasco, al Mugnaini, e mi è piaciuto molto il clima. E’ come se a Genova le emozioni dei tifosi siano solo un buon argomento per una canzone, per vivere di struggente malinconia un passato che non ritorna, come dire: furono baci, furono sorrisi, poi furono soltanto fiordalisi, che videro con gli occhi delle stelle, fremere al vento e ai baci la tua pelle. Sarà che i cantautori liguri li senti addosso in ogni paese che giri (Fabrizio De André, numero uno indiscusso), però a Genova mi piace pensare che il calcio sia ancora un luogo abitabile. Detto questo, io Cassano alla Samp non lo voglio.

Infine, ultimo argomento: secondo Daily Telegraph nella classifica dei calciatori più sopravvalutati di sempre c’è Balotelli al primo posto. D’accordissimo. Ecco i primi 20 secondo gli inglesi: Balotelli, Robinho, Radamel Falcao, Ibra, Asprilla, Luiz, Lavezzi, Sneijder, Ramos, Wilshere, Gerrard, Baggio, Adriano, Rooney, Ginola, Denilson, Malouda, Anelka, Valderrama, Kinkladze. C’è da togliere assolutamente Baggio: 205 gol in campionato e 27 in nazionale, una finale mondiale nel 94 e un terzo posto nel 90….e allora perché non c’è in classifica anche Cristiano Ronaldo? Poi c’è da alzare di cinque posizioni Adriano, togliere Gerrard, Rooney, Asprilla, Anelka e Sneijder, abbassare di tre posizioni Ibrahimovic, togliere Robinho, e inserire appunto Cassano. E metterlo al secondo posto.

Ps: volevo condividere con voi un’ultima notizia: con Giancarlo Giannini abbiamo vinto il Premio Cesare Pavese, lo andremo a ritirare il 29 agosto a Santo Stefano Belbo (la città di Pavese), sezione romanzi inediti, il libro è quello che abbiamo scritto insieme io e lui, sulla sua vita, sulle sue pensate, sugli aneddoti straordinari che ha vissuto, si chiama “Sono ancora un bambino, ma nessuno può sgridarmi”, editore Longanesi, e curato da me. Lo avevamo consegnato alle stampe esattamente un anno fa, che coincidenza, che magnifica soddisfazione. Anche Umberto Eco lo ha vinto, roba forte quindi.

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