Ma tu si pazz! Così si è sentito apostrofare Xavi Bosh, quando ha detto che si trasferiva nei Quartieri Spagnoli, ventre della Napoli storica. Spesso sono proprio i napoletani i primi a denigrare i famigerati Quartieri Spagnoli, poche ‘mele marce’ mettono in subbuglio la reputazione dell’intero quartiere che rappresenta invece il cuore pulsante della città. Qui regnerebbe solo il malaffare, criminalità e degrado. Quei quartieri di cui tutti hanno paura, i turisti tenuti alla larga dallo stesso ente del turismo e gli stessi napoletani evitano di entrarci. Questo è l’effetto di una brutale enfatizzazione mediatica. Xavi, invece, libero da ogni pregiudizio, è subito entrato in sintonia con quel caos armonioso di suoni, vociare, gestualità e panni stesi, che se non vogliamo definirlo un paradiso, sicuramente non è l’inferno che molti pensano. E comunque rimane uno degli angoli più suggestivi di Napoli.

Xavi, spagnolo di Minorca, studente ventiduenne di Scienze della Comunicazione, in Erasmus a Napoli presso l’Università Suor Orsola Benincasa, per la sua tesi di laurea in Giornalismo, ha presentato un documentario per portare alla luce l’altra faccia della medaglia (pardon, dei Quartieri Spagnoli) quella che i media ignorano. Si è calato per nove mesi nel grembo della vecchia Napoli, si è nutrito della linfa ‘vitale’ che scorre per i vicoli. Il suo cunto de li cunti (il racconto dei racconti) sarebbe piaciuto al cantastorie Giambattista Basile. Xavi ha intervistato Vincenzo, un parrucchiere nato e cresciuto ai Quartieri che dai quartieri nu se n ‘e fuito. Ha chiacchierato con Ciruzzo, uno dei fratelli della storica trattoria Nennella e con il cantautore napoletano Gragnaniello. Tutti raccontano, ognuno a modo loro, l’unicità del posto.

E allora spesso chi viene da fuori con la mente ancora non inquinata dai pregiudizi, riesce a guardare la città con occhi diversi e cogliere la poesia nascosta di quella che fu una capitale d’Europa e meta da Gran Tour, che faceva scrivere a Stendhal: “Napoli fa perdere i sensi”. E Xavi allora fa sue le parole di Goethe che davanti a tanta bellezza esclamava: “O ero pazzo prima di conoscere questa città, o sono pazzo adesso!”

P.S. Da napoletana che abita a un passo dai Quartieri Spagnoli, invito l’Ente del Turismo a “rieducare” il suo personale e ad adottare il video di Xavi per promuovere un’altra immagine della città.

twitter @januariapiromal

Articolo Precedente

Psicologia: la lacrima più triste, quella che non ha mai trovato un volto da solcare

next
Articolo Successivo

Berlusconi-landia, lo specchio di un’Italia sempre più falsata

next