Franco Lo Voi rimane procuratore capo di Palermo. Il consiglio di Stato infatti ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio, che il 25 maggio scorso aveva annullato la nomina del magistrato sulla poltrona più alta dell’ufficio inquirente di Palermo. A pesare sull’elezione di Lo Voi era stato, secondo il tribunale amministrativo, “l’onere della motivazione rafforzata” messa nera su bianco dai consiglieri del Csm nel dicembre scorso. “La delibera di nomina non supera il vaglio di legittimità apparendo la motivazione del giudizio di prevalenza non coerente rispetto agli indici di valutazione del parametro attitudinale”, scriveva il Tar annullando la nomina del magistrato. Oggi invece il consiglio di Stato ha sospeso quell’annullamento, mantenendo in sella Lo Voi, appellandosi alla “prevalente necessità di garantire la funzionalità dell’ufficio giudiziario, mantenendo integra la situazione esistente”. A ricorrere contro la decisione del Tar erano stati sia Lo Voi che il Csm, mentre la nomina del procuratore capo di Palermo era stata contestata da Guido Lo Forte e Sergio Lari, i candidati sconfitti nel plenum di Palazzo dei Marescialli nel dicembre scorso. I due magistrati, difesi dall’avvocato Giuseppe Naccarato, sostengono di avere un curriculum più forte e una maggiore anzianità rispetto a quella di Lo Voi, e per questo motivo avevano fatto ricorso al Tar del Lazio. E a sei mesi dalla nomina, il tribunale amministrativo aveva dato ragione a Lari e Lo Forte, facendo cenno alla “ sostanziale sottovalutazione della rilevanza riferibile al pregresso svolgimento di funzioni direttive e semidirettive” dei due ricorrenti.

Sia Lo Forte che Lari infatti dirigono una procura (il primo quella di Messina e il secondo quella di Caltanissetta), in passato sono stati procuratori aggiunti a Palermo e vestono la toga da più tempo rispetto all’attuale procuratore capo di Palermo. Lo Voi, invece, è stato sostituto procuratore a Palermo, membro del Csm ed era stato nominato come rappresentante italiano a Eurojust su indicazione di Angelino Alfano, all’epoca guardasigilli del governo Berlusconi: titoli che per il Csm pesavano di più rispetto a quelli dei contendenti. Che avevano quindi scelto la via del ricorso al Tar, ottenendo un primo riconoscimento delle loro ragioni. Dopo l’annullamento del consiglio di Stato, adesso si attende quindi la discussione dell’appello, prevista per il prossimo 17 novembre: i giudici potrebbero annullare o confermare definitivamente la decisione del tribunale amministrativo. Nel secondo caso la nomina di Lo Voi sarebbe annullata e la palla passerebbe di nuovo al Csm, a un anno esatto dalla nomina del magistrato. Eletto da Palazzo dei Marescialli il 17 dicembre del 2014, Lo Voi si era insediato appena 13 giorni dopo: un vero e proprio record arrivato grazie all’istituto del possesso anticipato ordinato il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il magistrato in pratica ha preso possesso del suo nuovo incarico prima che la nomina fosse pubblicata sul gazzettino ufficiale di via Arenula, grazie al via libera incassato da Giorgio Napolitano, che il 22 dicembre 2014 ha firmato l’apposito decreto del Presidente della Repubblica. Una nomina a tappe forzate che era motivata dalla necessità di neutralizzare eventuali ricorsi: che alla fine però sono arrivati lo stesso.

Articolo Precedente

Ruby ter, l’avvocato Giuliante: “Ho solo custodito 2 milioni di euro della ragazza”

next
Articolo Successivo

Grandi opere, Incalza torna in libertà: “Non ci sono più esigenze per domiciliari”

next