Venezia del dopo scandalo Mose, ma anche Matera capitale europea delle cultura 2015. Poi Mantova che saluta la giunta travolta da scandali di corruzione e peculato e Gela, la città del governatore Crocetta che potrebbe finire in mano 5 stelle. E infine Giugliano, dove il candidato sconfessato dal Pd dopo il rinvio a giudizio ha l’appoggio del neogovernatore in Campania Vincenzo De Luca. Due milioni di italiani tornano al voto per i ballottaggi che decideranno il sindaco di 78 comuni, dopo il primo turno di due settimane fa in concomitanza con le Regionali, e chiusa la prima partita nazionale tra polemiche e prove del governo, restano aperti gli ultimi fronti. Mentre Matteo Renzi spera di conquistare la laguna con Felice Casson, chi guarda con interesse alle ultime chance per conquistare il governo locale è il Movimento 5 stelle. Sono cinque i centri in cui i grillini si presentano per la prima volta al ballottaggio: Quarto (Napoli), Augusta (Siracusa), Venaria (Torino), Gela (Caltanissetta) e Porto Torres (Sassari).

Il voto si svolgerà oggi, domenica 14 giugno, dalle ore 7 alle 23 (in Sicilia anche lunedì fino alle 15) in 78 comuni, di cui 12 capoluoghi di provincia (Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro, Enna). Alle urne sono chiamati 2.160.550 elettori, di cui 1.036.159 maschi e 1.124.391 femmine.

Gli occhi della politica nazionale sono tutti puntati su Venezia, dove il senatore Pd ed ex magistrato Felice Casson (38 per cento) sfida l’imprenditore berlusconiano Luigi Brugnaro (28,6 per cento). A pesare sulla bilancia potrebbero essere i voti del Movimento 5 Stelle che al primo turno si è fermato al 12,5 per cento e che si è rifiutato di fare endorsement o accordi per il ballottaggio, ma che con il parlamentare condivide molti dei punti del programma. Il dato più significativo di due settimane fa era stato però l’astensionismo al 41 per cento e ancora una volta potrebbe essere il non voto a decidere il vincitore.

Il Pd vorrebbe invece dimenticare il ballottaggio a Giugliano (Campania) dove il candidato sindaco democratico Antonio Poziello è stato sconfessato dal partito, ma ha incassato il sostegno del neogovernatore Vincenzo De Luca. Poziello aveva vinto le primarie ma era stato poi invitato a ritirarsi dal partito, dopo essere stato rinviato a giudizio per alcune accuse, tra cui l’associazione a delinquere, nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dei corsi di formazione in Campania del 2008.

Meno nota alle cronache, ma non meno importante è invece la sfida a Matera, con il testa a testa tra Salvatore Adduce per il centrosinistra (40,1%) e Raffaello De Ruggeri (Liste civiche), che segue con il 36%. La città è stata nominata capitale europea della cultura del 2015 e il nuovo primo cittadino dovrà gestire fondi e progetti per rilanciare il Comune. Esito apparentemente scontato a Mantova, dove Mattia Palazzi del centrosinistra, forte del 46,5 per cento del primo turno, cercherà di battere definitivamente Paola Bulbarelli (Forza Italia-Lega), fermatasi al 26,4%, confermando così una tradizione di centrosinistra nella città lombarda, che si è interrotta soltanto una volta nel 2010 e proprio in fase di ballottaggio. Mantova esce zoppicante dopo la gestione della giunta Sodano che è stata travolta da inchieste di corruzione e peculato.

In Sicilia si vota nella città del pasticcio Pd: il candidato impresentabile Vladimiro Crisafulli, ex senatore democratico e già tenuto fuori dalle liste per le politiche del 2013 dal comitato dei garanti, non ha sfondato al primo turno (40,9 per cento) come aveva invece annunciato e ora dovrà vedersela con Maurizio Dipietro (ex Pd appoggiato anche da pezzi di centrodestra) che dovrà faticare non poco per recuperare dal 24,3%. Scenario diverso invece a Gela, città del presidente della Regione Rosario Crocetta, dove si attende il voto con particolare interesse. Il candidato di centrosinistra e sindaco uscente Angelo Fasulo si è fermato al 23,7%, mentre lo sfidante del M5S Domenico Messinese ha avuto il 24,2%. Qui non sono mancate le polemiche per l’appoggio di Ncd ai grillini, anche se i 5 Stelle parlano solo di “endorsement” e non di “alleanza politica” con il partito di Alfano. Un appoggio duramente criticato dal governatore Crocetta.

A Lecco se la vedranno invece Virginio Brivio (centrosinistra) e Alberto Negrini (centrodestra), rispettivamente con il 39,2% e il 26,5%. Anche a Rovigo centrosinistra in vantaggio, con la candidata Nadia Romeo che si è imposta al primo turno con il 24,1%, staccando di poco il leghista Massimo Bergamin (18,8%). Anche qui i candidati si contendono i voti 5 Stelle tanto che sui giornali locali era arrivata notizia di un accordo sottobanco con il candidato del Carroccio in cambio di un assessorato. La trattativa è stata smentita, ma non l’interessamento.

Ad Arezzo invece Matteo Bracciali del centrosinistra, con il 44,2%, cercherà di imporsi sulla candidata del centrodestra, Alessandra Ghinelli, arrivata al 35,9%. Più facile, almeno sulla carta, il compito per il candidato di centrosinistra a Macerata, Romano Carancini, forte di un 39,9% che gli dovrebbe consentire di superare Deborah Pantana del centrodestra (al primo turno al 18%). Rimanendo nelle Marche, sarà tutto da vedere l’esito del ballottaggio a Fermo tra Pasquale Zacheo del centrosinistra (24,8%) e il suo avversario delle liste civiche Paolo Calcinaro (22,9%). A Chieti si affronteranno il sindaco uscente di centrodestra Umberto di Primio (37%) e Luigi Febo del centrosinistra (30,2%), mentre a Trani Amedeo Bottaro (centrosinistra), forte del 47,4%, cercherà di chiudere il cerchio nei confronti di Antonio Florio (centrodestra), che al primo turno non è riuscito a fare meglio del 14,5%. Nessun favorito a Nuoro, dove il candidato di centrosinistra, Alessandro Bianchi (29,9%), deve vedersela con Andrea Soddu, sostenuto al primo turno da alcune liste civiche, che gli hanno dato il 21,4 per cento dei consensi.

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