ufo 640Torna attuale il dibattito sull’eventuale contatto dell’uomo con civiltà extraterrestri. L’astrofisico inglese Martin Rees, in una sua recente intervista, ha infatti sostenuto che il “primo contatto” con gli extraterrestri avverrà con delle macchine e non con entità biologiche. E non è il solo scienziato a pensarla così.

Questa ipotesi, impone alcune considerazioni. Già la nostra tecnologia ha in serbo esoscheletri per alleviare le fatiche ed aumentare le nostre capacità fisiche. Innesti neuronali per aumentare ed espandere le nostre capacità mentali. Strumenti in grado di sviluppare capacità di comunicazione telepatica. Sappiamo che tutti questi studi sono in fase avanzata di ricerca o di collaudo. Ma raggiunte queste tappe di sviluppo, saremo divenuti di fatto dei cyborg. Già con l’innesto dei pacemaker, l’uomo vive autonomamente ma controllato da impulsi elettromeccanici e forse questo è stato il primo passo verso l’innesto di strumenti biomeccanici che hanno cambiato e cambieranno per sempre il nostro modo di vita, sia nella durata che nella qualità. Non è un caso che oggi si parli di collegamenti tra neuroscienze e la fisica quantistica con scenari di universi multidimensionali se non addirittura di pluriverso, mentre l’uomo sembra proteso verso un progresso che renda l’uomo immortale, grazie ad innesti di tipo cyborg, innescando e spostando il dibattito accademico dalla fisica, alla bioetica alla morale e alla filosofia. Altra considerazione viene dalle preoccupazioni sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, in un sistema sempre più evoluto, sofisticato dove, macchine e robot, prendendo forse coscienza di se, come nel film Blade Runner, potrebbero cercare di prendere alla lunga il sopravvento sull’uomo e magari decretarne la sua scomparsa. Tale ipotesi viene suffragata proprio da Stephen Hawking, il quale non nasconde il timore, sia verso la A.I. Artificial Intelligence sia per un contatto con una specie extraterrestre, in quanto tale gap tecnologico, farebbe perdere la nostra autonomia, venendo colonizzati, se ci andasse bene.

Ma torniamo al “primo contatto”. Con l’inizio dell’era spaziale, abbiamo iniziato ad inviare sonde robotizzate sulla Luna e su Marte, dal robottino ruotato Lunokod, dell’Unione Sovietica alle imprese degli astronauti Usa allunati sul nostro satellite e le missioni esplorative nel sistema solare con sonde automatiche. Sonde Pioneer e Viking sono state spedite con messaggi rivolti a eventuali civiltà extraterrestri. E se lo stiamo facendo noi, perché non possono averlo già fatto eventuali civiltà extraterrestri? Tesi sponsorizzata da Paul Davies, alla ricerca di tracce di ingegneria mineraria extraterrestre sul nostro pianeta e sulla Luna su altri pianeti e asteroidi. La possibilità di un incontro diretto, con una entità biologica extraterrestre, sarebbe assai remota per la nostra logica, ancorata alle leggi della nostra fisica attuale, anche se civiltà più avanzate della nostra, potrebbero avere risolto questi problemi visto il probabile divario temporale. Ciò è quanto avrebbe raccontato il Colonnelo Philp Corso membro del National Security Council  sotto Eisenhower  per quattro anni (1953–1957) e poi capo negli anni ‘60 della divisione Tecnologia straniera del Research and Development Department, agli ordini del generale Arthur Trudeau, nel libro il giorno dopo Roswell, dove in un episodio si sarebbe imbattuto in una E.b.e. entità biologica extraterrestre. Pensare comunque, che il primo contatto possa avvenire con entità robotizzate rende però più credibile la letteratura ufologica fatta anche di rapporti di incontri con entità extraterrestri come automi, presenti negli archivi già dagli anni ’50 nei più svariati angoli del nostro pianeta, molti dei quali investigati anche da enti governativi, di intelligence e militari.

Però, se si scarta l’ipotesi di degli Ir3, gli incontri ravvicinati del terzo tipo con gli alieni, perché non prendere in considerazione ed analisi gli incontri con robot o macchine non terrestri? Nella logica questi episodi sono coerenti con quanto postulato e previsto da questi eminenti scienziati che ritengono possibile un contatto con altre civiltà tramite macchine robotizzate. Perché escludere allora le centinaia di testimonianze di incontri con entità robotizzate nel corso del ultimi 70 anni? Ricordiamo che la modulistica ufficiale delle varie forze armate di vari paesi, prevede i report di segnalazione e identificazione di oggetti tecnologici non convenzionali o non identificati. Tali moduli sono presenti anche in Italia e inseriti nello stesso sito dello Stato Maggiore Aeronautica con i modelli di segnalazione previsti anche per i comuni cittadini per la denuncia di un avvistamento ai nostri Carabinieri.

Ma le nuove scoperte scientifiche, come l’esperimento al Cern con esperimenti nell’acceleratore Lhc con collisioni tra particelle ad energia record, fanno già parlare di nuova fisica o lo scalpore suscitato del motore “impossibile” della Nasa, spostano il paradigma della conoscenza.

E se ciò sembra già un salto in avanti, l’accettare l’ipotesi del prossimo “primo contatto” e di imbattersi in macchine extraterrestri, probabilmente assisteremo una rivoluzione nel modo di ripensare il ruolo dell’uomo nell’universo. Magari proteso all’incontro con reali esseri extraterrestri anziché macchine. Il dibattito resta comunque aperto.

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