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Tlc, dal governo 6,5 miliardi per la banda ultralarga: “Progetto sarà affidato a Enel”

Entro maggio l’esecutivo dovrà determinare modalità e quantificazione degli incentivi per costruire la nuova rete. Secondo Palazzo Chigi, l’azienda guidata da Francesco Starace ha le caratteristiche per operare la transizione: 3 anni per raggiungere tutta l’Italia, mandando in soffitta la vecchia infrastruttura in rame e senza reclamare un ruolo nella gestione del servizio. Risultato: diventerà marginale il ruolo di Telecom
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Portare la fibra ottica nelle case degli italiani attraverso la grande rete elettrica di Enel. Riportare sotto il controllo pubblico le grandi reti infrastrutturali di telecomunicazioni, a partire da quella futura della banda ultralarga. E’ questo il piano del governo secondo La Repubblica, che prevede anche uno stanziamento da 6,5 miliardi in 5 anni per la fibra ottica. Un piano anticipato da IlFattoQuotidiano.it l’8 maggio. Il tutto avverrà attraverso il colosso elettrico controllato appunto dal ministero del Tesoro. Entro maggio, infatti, l’esecutivo dovrà determinare modalità e quantificazione degli incentivi per costruire la nuova rete.

L’azienda guidata da Francesco Starace, nelle valutazioni di Palazzo Chigi, ha le caratteristiche per diventare il candidato migliore per accelerare sulla banda di ultima generazione. Una scelta con una conseguenza: rendere marginale l’attuale rete del soggetto privato Telecom. Enel formalmente dichiarato alle autorità competenti la disponibilità a impegnarsi con un progetto in tempi strettissimi: tre anni per raggiungere tutta l’Italia mandando così in soffitta la vecchia infrastruttura in rame e senza reclamare un ruolo nella gestione del servizio.

Il cardine dell’operazione è una recente normativa in base alla quale il cavo della banda larga potrà essere “steso” anche sui tralicci elettrici con la cosiddetta “posa aerea“. Una opzione che supera le difficoltà degli scavi e ne comprime i costi. Ma soprattutto consente di raggiungere – come si sottolinea nella lettera all’Agcom – i cosiddetti Cluster C e D, ossia le aree del Paese più sottoposte al digital divide: le zone di montagna, le campagne più isolate. E quindi raggiungere direttamente gli edifici e gli appartamenti con la tecnologia FTTB (fiber to the building) e FTTH (fiber to the home).

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