“Una grande incubatrice di tecnologie, uno spartiacque tra il prima e il dopo”. Così, Roberto Formigoni nel febbraio 2012 descriveva Expo 2015, l’evento che per sei mesi avrebbe rimodellato Milano. In realtà, già allora l’intenzione era di orientarsi verso tecnologie consolidate, senza correre il rischio di avventurarsi in un viaggio nel futuro.
La voglia di stupire però era tanta. E così si annunciò il riconoscimento biometrico per i visitatori, che li avrebbe guidati suggerendo gli accessi meno affollati e offrendo un avatar per pianificare la visita. Peccato, però, che quella novità ad Expo 2015 non ci sarà. 

Nel primo progetto che risale all’epoca Moratti si parlava anche di un device portatile creato ad hoc. Un’idea poi rimpiazzata dall’impetuoso sviluppo di smartphone e tablet e che Tim ripropone con Tim2go, un servizio che consente di noleggiare da uno a sette giorni un tablet attrezzato di tutte le app di Expo per visitare la manifestazione.
Il tablet utilizzerà la rete a disposizione sul sito espositivo, un esempio di smart city, che, come racconta Andrea Costa responsabile del progetto Expo per Tim, “prevede oltre 220 chilometri di fibra a 10 Gb, 4G per la rete mobile e l’utilizzo del cloud computing, con oltre 200 server, che già dal 2012 abilitano i servizi di Expo“.

Oltre a un centinaio di totem informativi, sono stati installati anche 2.700 access point per la copertura Wi-fi che utilizzano antenne direzionali in grado di orientarsi dove c’è più traffico, oltre alla realizzazione di un widget in maniera nativa installato sulle Tv di ultima generazione di Samsung, altro sponsor della manifestazione. Costa non rivela i dettagli sulla banda larga mobile e Wi-fi ma precisa che “si tratta di una copertura non banale con una user experience superiore per quanto riguarda il Wi-fi”.

In pratica dovrebbe essere semplice collegarsi. Cisco ha scelto “un bilanciamento fra il nuovo e il consolidato“, spiega l’Expo leader Fabio Florio, decidendo di utilizzare i prodotti presenti nell’agosto 2014. La società si è occupata dell’infrastruttura della rete sulla quale “gira il 99% delle applicazioni, dai tornelli di entrata, fino al ticketing e alla gestione energetica dei padiglioni”. Tutto è basato sul protocollo Ip. Quindi, se cede la rete chiude Expo.

Realtà aumentata e Healthpresence: quello che non ci sarà – Tutti i partner tecnologici hanno fornito i servizi di base per i padiglioni che al loro interno sono liberi di adottare o meno altre tecnologie. La situazione è in pieno sviluppo visto che qualcuno ha firmato i contratti per l’high tech proprio in questi giorni. L’Azerbaigian fornirà collegamenti di telepresence (videoconferenza di altissimo livello) fra Milano e alcune piazze del Paese, ma nessuna traccia di realtà aumentata, almeno all’esterno dei padiglioni. Abbandonato anche il progetto di Healthpresence con le visite mediche da remoto tramite totem a causa delle difficoltà organizzative e anche il previsto braccialetto che avrebbe dovuto monitorare la salute dei visitatori.

I tag Rfid sono stati tralasciati per puntare sul più snello Qr code, mentre a breve dovrebbe essere presentato un progetto che traccia il percorso dei prodotti dall’origine fino alla tavola dei consumatori e sul sito espositivo saranno utilizzate soluzioni di localizzazione per capire come si muovono le persone.

Traffico, realtà virtuale, taxi e hotel: le app disponibili – I videowall non saranno interattivi al contrario dei totem che avranno informazioni utili e di palinsesto. Sembra escluso che, come annunciato, offrano la possibilità di prenotare musei, ristoranti e anche la donazione del sangue. Samsung, racconta il responsabile marketing e relazioni esterne Mario Levratto, ha fornito “videowall, tablet, grandi schermi e smartphone” realizzando installazioni come il “Muro del mercato” da 30 x 10 metri con 460 schermi che forniranno informazioni sugli alimenti.

“All’interno dell’Expo sono poi disponibili una ventina di iWall che interagiscono con i dispositivi mobili permettendo di inviare cartoline, messaggi e altro”. Samsung ha messo a disposizione anche una cinquantina di Gear Vr da noleggiare. Il dispositivo per la realtà virtuale permette di immergersi a 360° nel sito espositivo e sarà utilizzato anche dal ministero dell’Ambiente.

E poi c’e la app realizzata da Accenture che fornisce le informazioni di base, ma non quelle sul traffico per la quale c’è la app Luceverde di Comune e Aci, e permette la personalizzazione della visita. In un prossimo aggiornamento che non si sa quando sarà pronto sarà presente una sezione dedicata ai link per accedere alle app companion come la app City1Tap, attraverso la quale sarà possibile prenotare taxi e hotel. E se vi rimane qualche curiosità è possibile rivolgersi a @AskExpo, il social info point via Twitter.

A fine maggio sarà rilasciata Memento. Si tratta di un aggiornamento della app che l’utente potrà decidere se attivare e permetterà di salvare e condividere il percorso in Expo con alcune statistiche come i chilometri percorsi e i padiglioni visitati.

Per quanto riguarda le informazioni per i disabili, l’Asphi (associazione che si occupa di avviare e sviluppare progetti per ridurre l’handicap mediante l’informatica), ha valutato totem e sito web “ma – spiega Ennio Paiella di Asphi– non sappiamo se i suggerimenti siano poi stati adottati”. Sulle app le verifiche sono per ora sospese.

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