Un video di pochi secondi. Sono gli ultimi istanti del volo 4U9525 Germanwings Barcellona-Dusseldorf. Ma, soprattutto, sono gli ultimi attimi di vita dei 149 passeggeri che il copilota Andrea Lubitz ha deciso di sacrificare nel suo atto suicida. E’ tutto contenuto in un filmato registrato dal telefono cellulare di una delle vittime, poi recuperato tra i rottami sulle Alpi francesi. Una fonte vicina all’inchiesta lo ha visionato e ha ne ha descritto il contenuto al quotidiano francese Paris Match, che ne ha pubblicato online la ricostruzione. Non solo. Il giornale è anche entrato in possesso della trascrizione del file audio contenuto nella prima scatola nera recuperata sul luogo del disastro. Due documenti che offrono in presa diretta la scena finale della tragedia ed offrono nuovi dettagli sulla lucida azione di follia del 27enne copilota.

Il video/Passeggeri si rendono conto di quanto stava succedendo – Solo qualche secondo. Eppure le scene del video ‘raccontato’ da Paris Match forniscono dettagli inediti su quanto accaduto sull’Airbus 320 prima dello schianto. Le immagini non sono chiare. La scena è caotica. Non si riescono a distinguere le persone. Le urla dei passeggeri, tuttavia, sono chiarissime, a testimonianza del fatto che tutti erano perfettamente consci di quello che stava accadendo. Si sente gridare “mio Dio” in varie lingue. In sottofondo, ben distinguibili almeno tre tonfi metallici: sono i colpi che il comandante assesta alla porta della cabina di pilotaggio per cercare di sfondarla. Poi un rumore più forte, molto più forte. E il nulla. L’aereo è precipitato.

L’audio/Gli ultimi 14 minuti dell’Airbus 320 Germanwings – Paris Match, inoltre, ha pubblicato la trascrizione del file audio contenuto nella scatola nera recuperata all’indomani dello schianto.

Ore 10.10 – Il comandante: “Non ho avuto tempo di andare in bagno”. Lubitz risponde: “Puoi andare quando vuoi”.

Ore 10.27 – Il comandante chiede a Lubitz di verificare se l’aereo può andare in modalità atterraggio; il  copilota risponde per due volte: “Adesso puoi andare in bagno”.

Ore 10.28 – Il comandante: “Ora sei tu che controlli”. E Lubitz, sottovoce: “Lo spero”.

Ore 10.30 – Lubitz è da solo in cabina di pilotaggio. Schiaccia il tasto che chiude la porta dall’interno e riprogramma il pilota automatico per accelerare la velocità di discesa.

10.33 – La discesa comincia. L’aereo passa da 11mila metri a 30metri in pochi minuti. Chi controlla la rotta da terra si accorge che qualcosa non va e prova a contattare l’Airbus. Lubitz non risponde. Il comandante bussa e dice: “Sono io”. Nessuna risposta. Allora prende una bombola d’ossigeno o un estintore e prova a sfondare la porta. Lubitz, dall’interno, vede tutto dalla telecamera in dotazione al velivolo. Il comandante grida: “Per l’amor di dio apri la porta”.

10.34 – Primo allarme sonoro. Lubiotz non fa nulla. Si sentono i primi passeggeri avvicinarsi alla porta della cabina.

10.35 – Il comandante chiede ai passeggeri di andare a recuperare un’ascia nascosta nell’aereo. Si sentono dei colpi più forti, il comandante cerca di forzare la porta con un piede di porco.

10.37 – Secondo allarme sonoro. Lubitz non reagisce. Il comandante: “Apri questa fottuta porta”.

10.38 – Il respiro di Lubitz è distinguibile con assoluta chiarezza: ha indossato una maschera per l’ossigeno. L’aereo è a 4mila metri.

10.40 – Si sente un rumore forte dall’esterno: l’aereo ha urtato la montagna con l’ala destra. Grida dei passeggeri.

10.41 – L’aereo si schianta.

La Lufthansa sapeva – Mentre emergono i dettagli degli ultimi istanti del volo, quella che fino a qualche ora fa era un’indiscrezione, adesso è notizia ufficiale: la Lufthansa sapeva dei disturbi psichici di Andreas Lubitz. E’ stata la stessa compagnia tedesca ad ammetterlo, comunicando di essere stata informata nel 2009 del “grave episodio depressivo” che il 27enne aveva attraversato. Successivamente, tuttavia, la società gli aveva comunque garantito l’idoneità al volo. Un particolare non da poco che pone nuovi dubbi sulla politica di sicurezza del colosso tedesco, stretto tra due fuochi: da una parte le novità nelle indagine, dall’altro il capitolo indennità per i parenti di chi ha perso la vita nel disastro aereo.

Il nodo dei risarcimenti – Trecento milioni di dollari, pari a circa 279 milioni di euro. È la somma che Lufthansa e le compagnie assicurative avrebbero stanziato per risarcimenti ed indennizzi legati alla tragedia del volo Germanwings 4U9525 fatto schiantare dal primo ufficiale Andreas Lubitz sulle alpi dell’Alta Provenza. A rivelarlo è il quotidiano economico finanziario tedesco Handelsblatt. Che spiega anche come la cifra sia superiore a quella generalmente messa a bilancio per catastrofi simili, anche se all’Ansa Elmar Giemulla, esperto di diritto dell’aviazione, ha lasciato intendere che la presenza di giovani senza un reddito potrebbe comportare esborsi minori poiché il diritto tedesco non riconosce i danni morali. È probabile però che sia vero il contrario. Il dramma della scolaresca (16 adolescenti) e la morte dei due insegnanti di Haltern am See o della cantante lirica con il neonato hanno colpito la Germania. Già il presidente federale Joachim Gauck aveva visitato l’istituto colpito dalla tragedia e il 17 aprile il Duomo di Colonia ospiterà una veglia funebre a ricordo delle vittime alla quale è prevista la partecipazione di nomi eccellenti della politica nazionale.

Le prime stime dicono che il consorzio assicurativo dovrebbe riconoscere 6,5 milioni per l’A320, 24 anni e 4 mesi di anzianità di servizio, del quale gli investigatori francesi cercano sempre la seconda scatola nera perché non hanno ancora potuto escludere una qualche sorta di guasto tecnico. Non è dato sapere quanto andrà ai parenti delle vittime, ma in passato era già stata riconosciuta la cifra di un milione di dollari. Lufthansache controlla Germanwings, la compagnia low cost che è subentrata in rotte le rotte nazionali ed europee che non abbiano come partenza e destinazione gli hub di Francoforte sul Meno e Monaco di Baviera – ha già messo a disposizione dei parenti una somma più che doppia rispetto al solito ai familiari: 50mila euro per le prime necessità anziché 20mila.

La metà delle vittime è tedesca e, in qualche modo, la Germania esige – pur senza esplicitarlo – che la compagnia di bandiera mantenga un profilo alto. Che riconosca anche simbolicamente la dignità di passeggeri (quasi venti nazioni colpite, inclusi Iran e Australia) e equipaggio, trascinati nel destino che Andreas Lubitz aveva scelto per sé. Lufthansa ha assicurato la “non burocratica” collaborazione alle autorità ed ha risposto, con tutte le cautele del caso, anche ai media offrendo l’immagine di una compagnia colpita, coinvolta ma responsabile.

“Il diritto tedesco non riconosce i danni morali – spiega Giemulla all’Ansa – Per questo motivo, nel disastro aereo di Germanwings, in cui sono morti tanti ragazzi, non ci saranno praticamente risarcimenti monetari ai genitori, al di là dell’ammontare iniziale, che copre le spese, anche se generosamente”. “Questo ovviamente è quasi un’offesa per i parenti delle vittime“, insiste. Ma è esattamente quello che né LufthansaGermanwings possono permettersi. Non solo per ragioni morali ed etiche, ma anche di mercato: entrambe sono impegnate in una durissima sfida. La capogruppo da parte soprattutto delle compagnie del Golfo e da Cathay Pacific (che proprio da Düsseldorf lancerà collegamenti quotidiani con Hong Kong), mentre la controllata deve evitare di perdere quote rispetto alle rivali low cost.

Resta da capire come mai un depresso con manie suicide possa diventare pilota senza che Lufthansa venga a conoscenza dei suoi trascorsi: alcuni politici hanno già innescato il dibattito chiedendo una limitazione del segreto professionale dei medici. L’ipotesi avanzata è che i piloti vengano sottoposti a visite da parte di personale indicato dalla compagnia. Sia i medici sia i piloti si sono già opposti. Il dubbio è che eventuali disturbi verrebbero ulteriormente camuffati. È evidente che nel meccanismo di selezione e controllo avverranno di mutamenti. Tra le nuove indiscrezioni emerse dalla vita del copilota c’è quella che parla della possibile intenzione di chiedere un periodo di aspettativa. Quello che non voleva era un certificato di malattia.

Spiegel: “La compagna di Lubitz sapeva dei disturbi” – Nel 2009, prima di riprendere l’addestramento dopo diversi mesi di interruzione, Andreas Lubitz – il copilota responsabile dello schianto – aveva scritto alla scuola piloti Lufthansa informandoli di “un grave episodio depressivo poi rientrato”. A renderlo noto è Lufthansa, che specifica di aver consegnato agli inquirenti numerosi documenti interni, anche di natura medica, e tutti gli scambi di mail intercorsi tra il pilota e la scuola. Dopo l’interruzione, precisa Lufthansa, “al copilota è stata confermata la necessaria abilitazione medica al volo”.

Alle dichiarazioni della compagnia di volo si aggiungono le notizie pubblicate da Der Spiegel, secondo cui Lubitz, poche settimane fa ha sostenuto una visita oculistica presso la clinica universitaria di Duesseldorf, in Germania, nella quale non sono stati riscontrati difetti organici. I medici, prosegue Der Spiegel, avrebbero diagnosticato un disturbo psicosomatico. La sua compagna, una ragazza di 26 anni, era a conoscenza dei disturbi del pilota e della terapia avviata per controllarli. La giovane probabilmente pensava che il fidanzato stesse migliorando. Secondo quanto riportato dalla Cnn, che cita in proposito un ufficiale europeo, la coppia sarebbe stata inoltre “ottimista” rispetto alla possibilità di controllare le difficoltà.

A Lubitz, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti tedeschi in base alla documentazione medica rinvenuta nelle sue abitazioni, i medici avevano prescritto due settimane di congedo, probabilmente motivate dal suo disturbo bipolare. Pare infatti che fosse afflitto da psicosi maniaco-depressiva. Anche questo particolare è stato reso noto dalla versione online del quotidiano tedesco.

Hollande: “In settimana la lista completa dei passeggeri” – Il presidente francese Hollande, nel corso di una conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha spiegato che entro la fine di questa settimana dovrebbe essere confermato l’elenco delle 150 persone che viaggiavano a bordo dell’aereo. Il processo di identificazione dei passeggeri, ha spiegato Hollande, è complesso a causa della libertà di circolazione nell’area Schengen, ma ci sono stati dei progressi.

Secondo i dati preliminari del ministero degli Esteri tedesco, a bordo dell’Airbus 320 viaggiavano 75 cittadini tedeschi, 52 spagnoli, tre argentini, tre statunitensi e altre 17 persone di 12 diverse nazionalità. A seguito del disastro aereo, ha affermato Hollande, Francia e Germania stanno valutando come “migliorare” e “rafforzare” le regole di sicurezza dei voli. Da un lato, ha notato, sarebbe opportuno disporre di elenchi completi delle persone che volano, mentre dall’altro bisogna rivedere i protocolli di sicurezza nella cabina di pilotaggio per evitare che si ripetano incidenti simili.

aggiornato da Redazione Web alle 21.10 del 31 marzo 2015

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