“Riaccendere la promessa dell’America”. E’ lo slogan con cui Ted Cruz, 44 anni, senatore repubblicano, lancia la sua campagna elettorale per diventare presidente degli Stati Uniti. L’annuncio della candidatura è arrivato prima attraverso un tweet, poi con un discorso di Cruz alla Liberty University di Lynchburg, Virginia. La scelta del college fondato dal reverendo Jerry Falwell racconta già molto bene che tipo di candidato vuole essere Ted Cruz: religioso, conservatore, restio a qualsiasi compromesso. Cruz è il primo politico a ufficializzare la sua candidatura, segno che la destra cristiana è già in movimento in vista dell’appuntamento del 2016.

Cruz, figlio di un immigrato da Cuba e di un’americana con radici irlandesi, ha parlato alla Liberty University nel quinto anniversario del passaggio della riforma sanitaria di Barack Obama. Non una data a caso, quindi, considerato che Cruz restò nel 2010 per 21 ore in piedi al Senato in un discorso in cui denunciava la legge di Obama. Poco dopo, proprio la Liberty University decise di portare in tribunale la riforma di Obama, giudicandola “incostituzionale”. “La benedizione di Dio ha sempre toccato l’America, sin dagli inizi di questa nazione, e credo che Dio non abbia abbandonato gli americani – ha detto Cruz -. Io credo in voi. Credo nel potere di milioni di coraggiosi conservatori che si muovono per riaccendere la promessa dell’America”. Quindi, di fronte a centinaia di studenti e ospiti che in piedi lo applaudivano, Cruz ha pronunciato le parole che tutti attendevano: “Ed è per questo che oggi annuncio la mia candidatura a presidente degli Stati Uniti d’America”. E ha poi aggiunto: “Il mio primo atto da presidente? Abolire l’Obamacare”.

Il discorso di Cruz arriva molto presto, nella campagna per le presidenziali 2016 – che scatteranno in Iowa il prossimo 18 gennaio. La scelta ha comunque un senso: quello di suscitare un’ondata di interesse di media e potenziali elettori, mettendo fuori gioco gli altri candidati repubblicani che si contendono il voto dei conservatori religiosi, in primo luogo Mike Huckabee, un ex-pastore battista, e Rick Santorum, che ha fatto della fede cattolica un pilastro della sua identità politica. Un ulteriore aiuto alla popolarità di Cruz tra queste fasce di elettorato viene dal fatto che il padre è un pastore protestante. L’annuncio della candidatura ha comunque delle ricadute anche negative. Sinora Cruz si è mosso grazie a un comitato che ha potuto raccogliere contributi in modo piuttosto libero. Da candidato alla presidenza, i limiti alla raccolta di fondi diventano molto più stringenti.

Eletto al Senato USA nel 2012, grazie soprattutto ai voti dei Tea Parties, Cruz ha un passato che è una garanzia in termini di pedigree conservatore. E’ stato consulente nell’amministrazione di George W. Bush e da Solicitor General del Texas (l’avvocato che rappresenta gli interessi legali dello Stato) ha difeso il Secondo Emendamento e il diritto di portare un’arma, oltre a battersi per mantenere un monumento ai Dieci Comandamenti davanti al Parlamento del Texas. Contro l’aborto, contro i matrimoni gay, per una politica estera forte e interventista, Cruz è diventato celebre tra i conservatori per la sua battaglia contro la riforma dell’immigrazione di Obama e la legalizzazione di milioni di migranti. “Immaginate un presidente che finalmente renda più sicuri i confini”, ha detto nel suo discorso alla Liberty University.

Resta da valutare quanto il suo messaggio possa risultare efficace al di là dei settori più radicali dei conservatori USA. Ampie fasce di voto repubblicano, ma anche lo “swing vote”, l’elettorato slegato dai due principali partiti, sarà sicuramente più attratto da candidati con credenziali più “moderate”: Jeb Bush o Marco Rubio. Di più, Ted Cruz è sgradito ad ampi settori del suo stesso partito, che lo considerano un pessimo negoziatore: una sola misura sponsorizzata da Cruz, quella che vieta l’entrata negli Stati Uniti al rappresentante di un Paese accusato di attività terroristica, è diventata legge. La foga polemica di Cruz contro Obama è poi spesso apparsa troppo rigida, simbolica, priva di un vero progetto politico. E’ rimasto celebre l’episodio del dicembre 2014: Cruz, che si batteva contro le misure pro-immigrati di Obama, cercò di boicottare il rifinanziamento del governo repubblicano. I senatori furono costretti a interrompere le vacanze natalizie e tornare a Washington per una serie di voti procedurali. L’ordine esecutivo di Obama sull’immigrazione passò comunque, i repubblicani ne uscirono come il partito contrario agli interessi generali degli americani.

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