Un colpo al cerchio e uno alla botte. Massimo D’Alema al convegno sulla sinistra nel Pd a Roma attacca Matteo Renzi e la sua gestione leaderistica e arrogante del partito. “Gli iscritti diminuiscono, si diventa centro d’attrazione per il trasformismo italiano”, dice l’ex lider maximo. Ma D’Alema redarguisce anche la minoranza dem. “Non servono ultimatum, ma colpi che lascino il segno”, è la sua frecciatina. Mentre Pierluigi Bersani difende la ditta: “Perché l’elezione di Mattarella a nuovo Capo dello Stato non è stato un colpo assestato dalla minoranza? Sull’Italicum abbiamo la stessa posizione di sempre, io credo ci saranno cambiamenti “, afferma. E da Torino, risponde anche il presidente del Pd Matteo Orfini, che taccia le dichiarazioni romane dei colleghi di partito come “rissa da bar“. Ma torniamo a Roma. Perché Massimo D’Alema ha ancora cartucce: “Serve una rinascita della sinistra, non attraverso un partito o delle correnti, ma con un’associazione degli iscritti dem, le forze che sostengono Renzi sono fuori dal Pd, non sono gli iscritti, abbiamo un partito senza un popolo e un popolo senza partito” di Irene Buscemi

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