C’è anche l’autostrada Cispadana tra le grandi opere finite nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Ercole Incalza, ex dirigente del ministero delle infrastrutture. Tra i 51 indagati dalla procura della Repubblica di Firenze ci sono anche nomi di spicco del Partito democratico in Emilia Romagna: Alfredo Peri, per 15 anni, fino a novembre 2014, assessore alle infrastrutture nelle giunte di Vasco Errani; Miro Fiammenghi, ex consigliere regionale di Ravenna e considerato molto vicino politicamente al conterraneo Errani e a Pierluigi Bersani. Infine è finito sotto indagine anche Graziano Pattuzzi, ex presidente della provincia di Modena, ex sindaco di Sassuolo e ora presidente della Arc (Autostrada regionale cispadana), la S.p.a. che dovrebbe costruire l’arteria di 67 chilometri, valore 1,3 miliardi di euro. Per tutti e tre l’accusa è quella di tentata induzione a dare o a promettere indebitamente denaro o altra utilità.

Secondo i pm ci fu una promessa, da parte della società Arc, di affidare la direzione dei lavori della Cispadana, una volta che questi fossero partiti, all’ingegnere Stefano Perotti, l’altro grande indagato dell’inchiesta. Ancora non è chiaro che ruolo avrebbero svolto Peri e Fiammenghi. Tutto nasce da quello che, spiega il gip di Firenze nell’ordinanza, sarebbe un vero e proprio “rapporto corruttivo” tra Incalza e Perotti: il primo, in cambio di soldi, avrebbe fatto entrare il secondo nei migliori appalti nazionali. Così, per quanto riguarda la Cispadana, Incalza, capo della Struttura tecnica di missione del ministero, in cambio dell’affidamento dell’incarico a Perotti avrebbe garantito per la autostrada emiliana un iter favorevole. Dalle procedure amministrative al finanziamento dell’opera, dall’avvio allo svolgimento dei lavori: Incalza, secondo l’accusa, avrebbe poi dovuto assicurare un trattamento di favore per la Arc.

La Cispadana dovrebbe unire Reggiolo con Ferrara. La particolarità è che sarebbe la prima autostrada a pedaggio voluta da una Regione e non dallo Stato. Sponsorizzata e voluta fortemente dal Pd e dalla passata giunta di Vasco Errani, da tempo è avversata da gran parte della popolazione della zona, che in gran parte coincide con quella colpita dal sisma del maggio 2012. Già nel 2013 la (futura) autostrada finì nelle carte di un’altra inchiesta, semore della procura di Firenze, che vedeva come indagata di spicco l’ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti (per tutti gli indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio). Nelle intercettazioni un funzionario del ministero dell’Ambiente avrebbe cercato di fare pressioni perché la pratica Cispadana venisse approvata.

Tra gli indagati dell’inchiesta attuale, Alfredo Peri è quello che più si è speso a favore delle grandi opere emiliane. Bersaniano di ferro, originario di Collecchio, dove anni fa fu eletto anche sindaco, dal 2000 sino al 2014 entra nelle diverse giunte Errani e sempre con lo stesso incarico. Per anni lotta tenacemente a favore di infrastrutture come la Cispadana, ma anche la Variante di valico o il Passante nord. Opere che spesso lo vedono in contrasto con i comitati dei cittadini preoccupati per l’impatto ambientale. Nel 2007 Peri tentò per il centrosinistra la corsa alle elezioni comunali di Parma, ma fu sconfitto al ballottaggio da Pietro Vignali.

L’avvocato di Fiammenghi, Riccardo Sabadini, in serata ha invece rilasciato un breve comunicato in cui spiega che il suo assistito è “totalmente estraneo” all’indagine: “Fiammenghi, nel ribadire la assoluta e totale correttezza dei comportamenti da esso tenuti nella sue vesti istituzionali e non, precisa di non avere mai avuto modo di occuparsi della gara contestata e attende con tranquillità lo svilupparsi delle indagini”.

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