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Forlì, gang di ragazzi adescava adulti sul web per incontri hard e poi li ricattava

La squadra mobile ha denunciato 12 giovani - 10 minorenni e due appena maggiorenni di cui cinque ragazze - per rapina, tentata rapina, estorsione, furto aggravato
Forlì, gang di ragazzi adescava adulti sul web per incontri hard e poi li ricattava
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Contattavano pedofili o uomini desiderosi di incontri hard con ragazzine minorenni e poi, dopo aver finto di essere disponibili, li ricattavano. La squadra mobile di Forlì ha denunciato 12 giovani – 10 minorenni e due appena maggiorenni di cui cinque ragazze – per rapina, tentata rapina, estorsione, furto aggravato. La storia comincia la scorsa estate quando una 15enne, messa alle stretta dai genitori che volevano spiegazioni sul suo nuovo e costoso telefonino, ha confessato agli agenti di avere avuto, in compagnia di un’amica, degli incontri a sfondo sessuale in un albergo di Forlì con un uomo proveniente da fuori regione in cambio di regali.

Dopo le indagini alla ricerca del pedofilo però, è arrivata la sorpresa: le intercettazioni ambientali hanno infatti dimostrato che il gruppo di giovani – guidato dall’altra ragazzina, 14enne, che aveva partecipato all’incontro nell’albergo – contattava via social network uomini in cerca di emozioni forti, proponeva lo scambio di foto hard (in certi casi i ragazzi assumevano via internet il ruolo di “ragazza”, inviando foto prese dai siti porno) e quando la vittima prescelta, dopo averne carpito la confidenza e i dati per poterla rintracciare, abboccava inviando sue foto compromettenti, scattava la trappola: la ragazza (vera o falsa) precisava di essere minorenne, che i genitori avevano scoperto tutto e che minacciavano di andare dalla polizia. La situazione però, veniva precisato, poteva essere evitata con regali o denaro. Bastava raggiungere Forlì e nei giardini pubblici incontrarsi per consegnare il dovuto. Documentato dalle intercettazioni che la banda intendeva anche rapinare le sue vittime.

“Tu porta la pistola finta, che gli facciamo paura”, avrebbe detto la ragazza leader ad un ragazzo del gruppo. Almeno due i casi documentati di persone costrette a “regalare” telefoni, ricariche e contanti. Emerso anche che parte dei componenti del gruppo era solita commettere furti ai danni dei compagni di scuola e che nelle loro conversazioni telefoniche l’unico argomento ricorrente erano i soldi e come procurarseli.

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