Non amano ammetterlo, ma i militanti sono coscienti che la Lega è cambiata. Nella piazza del Popolo di Matteo Salvini ci sono ‘i terun‘,  si innalza il Tricolore e i simboli del Carroccio stridono con i cori nazionalisti di Casapound. “La Lega non parla più soltanto al Nord, sta diventando nazionale, il segretario ha ampliato la visione, Bossi aveva idee più ristrette“, afferma una manifestante lombarda. La piazza di Salvini è eterogenea, non più compatta come in passato.   “Siamo contro il federalismo, ma Salvini è il nostro leader ideale, meglio di un Alfano che specula sull’immigrazione”, affermano dei siciliani. “Non siamo fascisti, ma Mussolini è stato un grande uomo”, dicono dei piemontesi. “Siamo federalisti, ma il sogno è accantonato”, ammettono dei veneti. “Il Tricolore è una merda, ma da oggi abbiamo una visione nazionale”, dicono due signore in contrasto. “La secessione è stata una mossa politica, una balla di Bossi, ma i tempi sono cambiati, non ha più senso gridare Padania libera” sostiene un militante.  “E’ vero c’è incoerenza nella nostra alleanza con Casapound, ma oggi ci sono battaglie più grandi da affrontare, difendere i territori dal Nord al Sud contro l’Europa e questa sinistra che ci sta devastando”, dice un altro manifestante. L’immigrazione è oramai la vera piaga da debellare e i nuovi ‘terun” e ‘ladroni’ sono gli immigrati. Non c’è unanimità nemmeno sulle scelte politiche da fare per le regionali. “La Lega può vincere da sola”, afferma un militante,  “senza alleati non si diventa grandi, ma mai con Alfano” replica un’ altra.  “Salvini un populista che parla alla pancia del Paese? E’ uno di noi, non è come Renzi che racconta filastrocche, se non parlasse in maniera così diretta, a differenza dei politici in Parlamento, non saremmo qua” chiosano  di Irene Buscemi

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