Subito 37 milioni dal Ministero delle Finanze per iniziare a pagare parte dei debiti e scongiurare la vendita dei pezzi pregiati del patrimonio di Eur Spa. Dopo lo stop arrivato dal ministro Dario Franceschini, il ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, sembrano ave trovato un accordo per evitare che l’Archivio Centrale dello Stato, il Museo Pigorini, il Museo delle Arti e Tradizioni popolari e il Museo dell’Alto Medioevo finiscano sul mercato per trovare i fondi necessari a finire di costruire la Nuvola progettata da Massimiliano Fuksas. Entrambi, infatti, hanno condiviso “la convinzione e la determinazione a tutelare il patrimonio monumentale nel portafoglio di Eur SpA di preminente interesse storico e culturale per il Paese” e la necessità di terminare rapidamente i lavori del nuovo centro congressi della Capitale.

Per far questo, da parte di Eur Spa, servono ancora “circa 170 milioni, di cui 37 da soddisfare mediante ricorso ad una anticipazione finanziaria del ministero dell’Economia”, ha spiegato mercoledì Padoan durante il question time alla Camera. “Il percorso” per il “superamento dell’attuale situazione di crisi, prevede innanzitutto l’erogazione di un’anticipazione di liquidità per un’ammontare di circa 37 milioni di euro. La procedura di accesso alla liquidità – ha annunciato – è stata attivata“.

Sembra perdere quota, quindi, l’ipotesi di vendita ai privati dei quattro edifici storici decisa lunedì scorso da Eur Spa. Resta invece la possibilità di alienare altri immobili, ma non storici, di proprietà della società (al 10% del Comune di Roma e al 90% del Mef). E per questo è in corso una due diligence sull’intero patrimonio immobiliare societario. “L’Eur spa ha immobili per oltre un miliardo di euro, tra questi anche immobili non particolarmente di pregio come uffici – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo – è già accaduto in passato che la società abbia fatto vendite o valorizzazioni. Il nodo, dunque, non è vendere palazzi storici che non si possono vendere, ma essere impegnati tutti per far sì che l’Eur diventi la piattaforma nazionale per il turismo congressuale – l’unico turismo che porta ricchezza vera e posti di lavoro – e si rafforzi come polo museale di eccellenza. Poi nell’ambito della ristrutturazione societaria si potrebbero inserire anche i suoi immobili in un fondo pubblico”.

Padoan e Marino hanno concordato anche sulla necessità che la società disponga di un piano industriale che includa il lancio del turismo congressuale utile a incrementare la competitività di Roma Capitale. “In questo contesto – la loro posizione – si inserisce il rapido completamento della costruzione della Nuvola”. In ogni caso, per definire nel dettaglio i passi successivi, Ministero e Roma Capitale hanno deciso di avviare un tavolo di lavoro comune. Rimane in piedi anche l’ipotesi di un fondo pubblico in cui conferire i palazzi della società, che verrebbero in qualche maniera acquistati dallo Stato.

Sul cantiere infinito della Nuvola però indaga, da tempo, anche la Corte dei Conti. Per il presidente del municipio IX (Eur) Andrea Santoro “i ritardi e la poca trasparenza che contraddistinguono la gestione delle opere infinite sono il sintomo evidente di un cattivo impiego dei fondi pubblici e dello sfruttamento del territorio che merita l’approfondimento della magistratura”.

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