Debiti cancellati per le fasce più povere della popolazione. Succede in Croazia, dove il governo del socialdemocratico Zoran Milanovic – che a metà gennaio è uscito sconfitto alle elezioni presidenziali – ha varato lunedì un programma che prevede l’azzeramento di quanto dovuto per bollette e servizi pubblici dalle famiglie in maggiori difficoltà economiche. Per aver diritto alla “grazia” e vedersi abbuonare fino a 4.500 euro di debito è necessario che il reddito mensile dell’intero nucleo sia inferiore ai 330 euro e quello di ogni singolo componente non superi i 126 (1.250 kuna, la valuta locale): una condizione che riguarda circa 60mila cittadini su 4 milioni, in un Paese in cui lo stipendio medio è di poco più di 730 euro e la disoccupazione si avvicina al 20%. Ammesse anche le famiglie che già ricevono sussidi sociali.

Al programma, battezzato “Nuovo inizio”, partecipano volontariamente, ma su “incoraggiamento” del governo sei banche, alcune società finanziarie, gli operatori di telefonia mobile e fissa, i distributori di energia elettrica e gas nonché molti Comuni ed enti locali.

Secondo l’opposizione si tratta di una chiara mossa elettorale, e molti analisti notano che la misura potrebbe incoraggiare contribuenti e consumatori a non pagare il dovuto. Ma Milanovic ha replicato che “è la prima volta che un governo prova a risolvere questo difficile problema e ne siamo fieri”. Il costo complessivo per le casse pubbliche è stimato in circa 40 milioni di euro. La settimana scorsa il primo ministro ha anche annunciato la fissazione del tasso di cambio tra franco svizzero e kuna per evitare che, dopo la decisione della Banca nazionale svizzera di non tenere più artificialmente basso il valore della sua valuta, le rate dei mutui denominati in franchi diventassero insostenibili per i connazionali.

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