“Si è verificata una riduzione della pressione dell’ossigeno all’interno degli impianti, dovuta a un malfunzionamento di una valvola nelle vie di trasmissione dell’ossigeno all’interno dell’ospedale”. Così Antonio D’Urso, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, spiega quanto accaduto durante la serata di lunedì, quando si è reso necessario un intervento di emergenza del personale del reparto della terapia intensiva neurochirurgica e della sala operatoria neurochirurgica del Padiglione Lancisi dell’ospedale per garantire la ventilazione dei pazienti ricoverati a seguito di un blocco nell’erogazione dell’ossigeno. Un episodio che avrebbe potuto causare problemi gravissimi. “Tutto si è svolto in pochi minuti – affermano i familiari dei pazienti – sono stati velocissimi”. Ma sulla vicenda, a cui stanno indagando i carabinieri, grava l’ombra del dolo e la Procura ha aperto un fascicolo. L’ospedale in questi ultimi periodi è stato al centro di uno scontro con il personale e i mal di pancia sono numerosi, ma il dg non se la sente di pensare si al coinvolgimento di qualcuno di interno: “Non posso credere che il personale dell’azienda, che in maggior parte conosco personalmente, possa nemmeno ipotizzare un evento del genere – spiega il direttore generale -. Vorrei che l’autorità giudiziaria concludesse per un evento accidentale”. Le indagini sono in corso e nessuna ipotesi è esclusa, in quanto l’area dei tubi danneggiati, non videosorvegliata, era accedibile sia dall’interno che dall’esterno: c’erano dei lavori in corso e la zona era solamente transennata. “Solo dopo l’avvenimento è stata montata una grata”, fa sapere Mirko Mancini, responsabile della Gas Air Innovation, società che si occupa della manutenzione del sistema. La sua ditta ha un contratto con l’ospedale dal 1 dicembre 2014, ma tra le varie ipotesi scartano quella di un attacco nei loro confronti: “Non è possibile – conclude Mancini – sono giochi troppo pesanti”  di Chiara Carbone

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