Cerca un addetto stampa che lavori gratis in cambio di non meglio specificate “informazioni riservate” e “vita spericolata”. L’inedita proposta arriva da Giovanni Pizzo, da novembre assessore Regionale alle infrastrutture nella giunta guidata da Rosario Crocetta. “Avendo ricevuto già diverse proposte in privato e volendo garantire trasparenza… Cercasi addetta/o stampa rigorosamente a titolo gratuito. Sono garantite informazioni riservate e vita spericolata” ha scritto l’assessore sul suo profilo Facebook.

Uno status che lo ha subito trascinato al centro delle polemiche sul social network. Decine di commenti di giornalisti, ma anche di altri esponenti politici, che replicavano piccati alla proposta di Pizzo: “Assessore ma lei non guadagna più di diecimila euro al mese?” è uno dei tanti commenti che sono piovuti sulla pagina Facebook di Pizzo. Che non si è reso immediatamente conto della clamorosa debacle. “Ma la gloria no?” rispondeva sarcastico l’assessore alle critiche avanzate sul suo status.

Un post che è diventato subito virale, prima che il diretto interessato decidesse di rimuoverlo. Troppo tardi però perché nel frattempo era intervenuto anche Riccardo Arena, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. “Fate sapere all’assessore Pizzo che potremmo pure metterci d’accordo, per trovare uno o più giornalisti disposti a lavorare gratis o, se vuole, pure a pagare per lavorare (ce ne sono, ce ne sono…). Vorrei però porre un’unica condizione: che anche gli assessori e i presidenti della Regione, da ora in poi, non prendano più un centesimo uno di stipendio”. Poi l’attacco al governatore. “Non conosco l’assessore regionale Giovanni Pizzo – continua Arena – autore di questo post, né mi interessa conoscerlo. Tanto meno mi stupisce quel che scrive, dato che fa parte del governo presieduto da un signore che finora, in due anni e mezzo di revoluciòn, ha fatto un’unica cosa concreta: cacciare i giornalisti dell’ufficio stampa e amministrare da solo, in piena autonomia e libertà e senza filtro alcuno, l’informazione dal palazzo”.

Il riferimento è per uno dei primi atti del governatore Crocetta: e cioè il licenziamento di tutti i 21 giornalisti, assunti con contratto da caporedattore, che componevano l’ufficio stampa della presidenza della Regione. Da allora Crocetta dice di scriversi da solo i comunicati stampa, mentre la comunicazione degli assessorati è gestita dagli assessori stessi. Dopo una polemica lunga alcune ore, e la cancellazione del post incriminato, ecco che l’assessore Pizzo è tornato a replicare, sempre su Facebook. “Non è mia abitudine scherzare con persone, uomini e donne, che combattono per vedere riconosciuta la loro dignità professionale e il loro diritto ad almeno un equo compenso. Il giornalismo vive una crisi drammatica con migliaia di disoccupati. Non avrei dovuto scherzare su questo tema. Sono dispiaciuto che un messaggio pubblicato su questa mia bacheca sia diventato il casus belli per aprire (riaprire) polemiche sul diritto all’informazione, sul ruolo della stampa e sull’obbligo di un ente pubblico nel dotarsi di un ufficio stampa. A chi si è sentito ferito, offeso o denigrato chiedo scusa”.

Nominato dopo l’ultimo rimpasto di governo in quota Udc, Pizzo ha un passato da amministratore unico della società che gestiva la clinica Santa Rita a Messina. Esperienza poco fortunata dato che nel giugno del 2012, fu costretto a prendere carta e penna per scrivere ai vertici dell’Asp di Messina. “Non abbiamo i soldi per comprare i farmaci necessari per curare i pazienti. Dimettiamo gli ultimi ricoverati ma chiediamo che rimanga aperta l’attività ambulatoriale per gli esterni” scriveva il neo assessore, fedelissimo di Gianpiero D’Alia, con un passato tra i sostenitori dell’ex presidente Totò Cuffaro. Uno degli ultimi atti, dato che la clinica è costretta a chiudere lasciando senza lavoro 64 dipendenti.

Poi per fortuna Crocetta vince le elezioni, sostenuto dall’Udc: e Pizzo si sistema prima nell’ufficio di gabinetto dell’assessore agli Enti Locali Patrizia Valenti e quindi in quello di Nico Torrisi, suo predecessore al vertice dell’assessorato alle Infrastrutture. Incarichi tutti lautamente pagati.

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