Nessuna prova, nessun movente, solo indizi. Secondo l’avvocato Francesco Villardita, ad uccidere Loris Stival non è stata la mamma Veronica Panarello, detenuta nel carcere di Agrigento con l’accusa di aver strangolato e gettato in un canalone il bimbo di 8 anni, a Santa Croce Camerina lo scorso 29 novembre. Per questo il legale ha chiesto la scarcerazione della 26enne, senza presentare subordinate come ad esempio gli arresti domiciliari.

Sarà il Tribunale del Riesame di Catania (competente per distretto giudiziario) a decidere se Veronica potrà lasciare il carcere o no. L’udienza si terrà a porte chiuse il 31 dicembre prossimo. I giudici hanno fissato l’inizio alle 9 e 30. Per la difesa ci sarà l’avvocato Villardita, per l’accusa il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, e il sostituto Marco Rota.

Verrà valutata l’ordinanza firmata dal gip Claudio Maggioni, che ha anche convalidato il fermo della mamma di Loris eseguito da polizia e carabinieri lo scorso 9 dicembre. Al centro dell’inchiesta c’è la ricostruzione del 29 novembre scorso, il giorno in cui Loris è stato ucciso. Secondo la Procura non ci sono dubbi: Veronica Panarello non ha mai portato il figlio alla scuola elementare Falcone e Borsellino. Loris – per gli investigatori che hanno visionato le 42 telecamere del paese – quella mattina non è mai salito a bordo dell’auto con la mamma e il fratellino più piccolo. E’ stato invece immortalano mentre sembra fare rientro a casa. Inoltre, la Polo nera della ragazza è stata ripresa due volte nei pressi del Vecchio Mulino, il luogo dove nel pomeriggio verrà ritrovato il cadavere del figlio. Tutti elementi che farebbero crollare  il racconto della Panarello, ma che non rappresentano prove schiaccianti contro di lei. Secondo il gip di Ragusa, infatti, si tratta di “gravi indizi di colpevolezza“, a carico di una “madre di indole malvagia che mente per salvare se stessa”, si legge nell’ordinanza. Anche se Veronica continua a giurare la sua verità: “Non l’ho ucciso io, quel giorno ho accompagnato Loris a scuola”.

Intanto su Facebook sono nati molti gruppi per sostenerla. La pagina “Veronica non sei sola” ha raccolto 1.229 ‘mi piace’. Ma il nonno paterno di Loris, Andrea Stival, ha espresso nei giorni scorsi il proprio disappunto per quello che ha definito “un cortile pubblico” sul terribile omicidio, chiedendo “rispetto per chi soffre”.

Intanto il sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, ha offerto un lavoro a Davide Stival, il padre di Loris, dicendosi disponibile a trovargli un posto che gli consenta di stare quanto più vicino possibile al figlio più piccolo. Lui attualmente fa il camionista ed è costretto ad assentarsi da casa per lunghi periodi. “Ho deciso di inserire in pianta organica dell’amministrazione questo padre e marito – spiega il sindaco – a cui è caduto il mondo addosso nelle ultime settimane”.

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