Aveva annunciato che dal 1 gennaio 2015 sarebbe tornato a collaborare con Il Giornale. Ma l’assemblea di redazione della testata di via Negri si è opposta alla decisione comunicata dal direttore di includere di nuovo Renato Farina – rinominato “agente Betulla” – tra le firme del quotidiano. A spiegarlo è un comunicato del comitato di redazione. L’assemblea “a fronte delle vicende che hanno avuto Farina come protagonista – prosegue la nota – considera inaccettabile che si apra la porta a questo nuovo contratto di lavoro”.

Il riferimento va proprio alla vicenda del rapimento dell’imam Abu Omar: l’ex vicedirettore di Libero aveva appunto svelato il suo ruolo nel Sismi. Alla vigilia di una possibile radiazione in seguito alla sua collaborazione con i servizi, si era cancellato dall’albo dei giornalisti nel 2007, ma a settembre 2014 il Consiglio della Lombardia ha accettato la sua domanda di ritorno alla professione, dopo averne respinte altre negli anni scorsi.

Pochi giorni fa, annunciando l’approdo a Il Giornale, aveva dichiarato di aspettarsi che “alcuni” potessero impedirgli di scrivere. “Non parlo di Ordine dei Giornalisti – aveva aggiunto – né di Repubblica in quanto tale, ma solo di alcune persone. A me hanno detto che nella famosa assemblea che ha votato all’unanimità per la mia morte civile in realtà c’erano poche persone che non avevano nient’altro di meglio da fare. Io ho vissuto questa cosa come una morte civile”.

La Repubblica tradita

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