La svolta nell’omicidio di Andrea Loris Stival potrebbe essere vicina: la mamma, Veronica Panarello, è salita su un’auto della polizia e accompagnata in Procura. Le forze dell’ordine, poco dopo le 17, sono entrate nella casa di via Garibaldi dove vivono i genitori del bimbo di 8 anni ucciso a Santa Croce Camerina (Ragusa). Sono saliti, tra gli altri, il capo della Squadra mobile Nino Ciavola e il comandante del Reparto investigativo dell’Arma di Ragusa, capitano Domenico Spadaro. Poco dopo, Veronica è montata a bordo di un’auto civetta della polizia insieme al marito Davide che negli uffici della Procura – secondo Sky Tg24 – avrebbe detto: “Se è stata mia moglie mi cade il mondo addosso”. In serata sono arrivati in Procura altri investigatori che in questi giorni hanno partecipato alle indagini sul delitto.

Al momento la mamma del piccolo non è indagata, come ha confermato il suo avvocato Francesco Villardita: “Nulla di nuovo rispetto a prima: la mia assistita è sentita come persona informata sui fatti. E lo ribadisco non è indagata, meno che mai fermata o arrestata”. E’ la quarta volta che gli inquirenti ascoltano Veronica Panarello. Ma nei giorni scorsi la 25enne era stata sentita in Questura, non in Procura, e questo fa pensare a una svolta imminente. Il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota vogliono riannodare di nuovo i fili della mattina di sabato 29 novembre, giorno dell’omicidio, durante il quale il bambino non è mai stato accompagnato alla scuola elementare Falcone e Borsellino. Come invece ha sempre sostenuto Veronica.

E’ solo uno dei tanti punti che non convince nella versione fornita dalla mamma, che sembra smentito dalle indagini dei detective dell’Arma e della Mobile. Ci sono poi gli orari degli spostamenti compiuti. E anche qui il racconto di Veronica sembra crollare, dopo che tutti i filmati delle telecamere sparse nel paese sono stati visionati. E dai quali è emerso che quella mattina la sua Polo nera è passata a 50 metri dal luogo dove il cadavere di Loris è stato abbandonato. Veronica è rimasta lì per sei minuti. “Ho buttato via la spazzatura”, ha detto. Non solo. Perché l’attenzione dei detective si è concentrata sull’episodio delle fascette. La mamma di Loris ne ha consegnato un sacchetto aperto alle maestre del figlio due giorni dopo l’omicidio. E, secondo l’autopsia, il bambino è stato strangolato proprio con una fascetta di plastica da elettricista.

Ma anche dall’analisi dei tabulati telefonici emergerebbero particolari interessanti. Uno su tutti: Veronica nei 36 minuti in cui rimane da sola con Loris in casa ha chiamato il marito. Pochi secondi. “Solo un saluto” hanno detto entrambi. Ma su questa telefonata si è focalizzata la lente di carabinieri e polizia. Al momento l’unico indagato per omicidio volontario rimane Orazio Fidone, il 64enne che ha trovato il cadavere del ragazzino in un canalone di cemento nei pressi del Vecchio Mulino, a quattro chilometri da Santa Croce Camerina.

“E’ una cosa inattesa che speriamo si chiarisca presto, lei è sempre stata una mamma perfetta: affettuosa e attenta”. Così dei vicini di casa commentano la presenza di polizia e carabinieri che hanno prelevato la mamma di Loris. “E’ un doppio dramma – commenta un’altra signora con il marito – per il bambino e anche per lei, noi siamo convinti che lei non c’entri alcunché”.

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