Volano gli stracci nel Movimento 5 Stelle in Calabria. Quella che, fino ad oggi, è stata una “faida” interna ai meet-up calabresi, caratterizzata anche da tecniche di “dossieraggio” quasi da prima Repubblica, si è trasformata in una dichiarazione di guerra tra due “cordate”. Il meet-up di Cosenza ha invitato il senatore Francesco Molinari e il deputato Sebastiano Barbanti a fare un passo indietro e dimettersi. Una vera e propria richiesta di espulsione senza passare per l’assemblea. Uno scontro che avviene dopo che il Movimento 5 Stelle in Calabria è passato dal 25% delle Politiche al 2% delle Regionali. Secondo gli attivisti dei meet-up si concentrano in particolare sulle posizioni di Molinari che non si è attenuto, “in occasione del trasbordo delle armi chimiche siriane (a Gioia Tauro, ndr) alla linea nazionale del Movimento, alimentando divisioni e contrasti tra gli attivisti”. Ma non è l’unico luogo di scontro: i due parlamentari, secondo gli attivisti, “negli ultimi giorni non hanno fatto mancare la loro presenza sulla stampa e lo hanno fatto esprimendo il loro totale dissenso su quanto democraticamente votato e deciso sul blog a proposito del direttorio”. Sullo sfondo la faida con il senatore Nicola Morra. Sarebbe lui, infatti, a tirare le fila dei grillini cosentini: “Quel meet-up è in mano a chi fa della delazione un mestiere e del millantare lavoro inesistente un’opera di distrazione di massa” dice Molinari.

Il senatore accusa la “visione politico-familistica” di Morra per la “ridicola” richiesta di sfiducia nei suoi confronti da parte di “ascari” per “aver osato fare una critica politica. Il senatore Morra e i suoi fanatici sostenitori alimentano maldicenze sul mio conto come su quello di Barbanti. La sfiducia sarebbe stata votata ieri notte senza coinvolgere i diretti interessati né gli altri portavoce del territorio: un mirabile esempio di giustizia sommaria”. “Invece di rispondere alle sue responsabilità per le elezioni regionali in Calabria, – aggiunge Molinari – Morra cerca di sviare l’argomento chiedendo la mia testa solo perché io sono una coscienza critica all’interno del movimento. Vuole forzare la mano a Grillo sperando di prendersi la rivincita su di me che avevo chiesto una sua assunzione di responsabilità dopo il risultato delle regionali. In questi mesi hanno fatto morire il meet-up di Cosenza che era un punto di riferimento in Calabria. Morra è stato capace di farlo diventare una sorta di sua segreteria di partito. È questa la verità delle cose: in pratica non si parla più e si pensa soltanto a portare acqua al suo mulino e a creare adepti. Chi vuole la mia espulsione è Morra che si è candidato alle parlamentarie perché, come ci disse lui stesso, si riteneva l’erede di Don Sturzo”. Per Molinari “non si può chiedere agli ebrei di stare in silenzio mentre i nazisti li mandano alla camera a gas. Per egoismi personali si perde di vista il bene comune. La vigliaccata è stata fare uscire questa notizia ieri che doveva essere il giorno, per il Movimento, di ritornare a parlare di politica: al Senato, infatti, abbiamo proposto la legge per i redditi di cittadinanza e questo vigliacco (Morra, ndr) ha fatto pubblicare il comunicato del meet-up di Cosenza. Ritorniamo quindi a parlare delle solite minchiate: lotte interne e scontrini. La verità è che loro vogliono mano libera in Calabria. Grillo non ha alcuna responsabilità su queste beghe territoriali. Quando avrò la possibilità di parlare con lui gli chiederò come è possibile che gli asti personali diventino conflitti politici che fanno male al Movimento 5 Stelle”.

Dal canto suo Morra prima dice che “mi è stato insegnato che bisogna volar alto altrimenti si diventa gravi e grevi”. Poi sottolinea di essere estraneo alla decisione presa dal meet-up che, comunque, è “libero di chiedere tutte le disfunzioni che vuole. Sono stati i ragazzi che si sono mossi in questa direzione. Molinari e Barbanti si sono dichiarati contrari alla scelta dell’individuazione dei 5 colleghi deputati (il direttorio, ndr) come nuova linfa per dare ulteriore energia al motore del movimento. E quindi i ragazzi di Cosenza si sono seccati e hanno rotto gli indugi e basta”. E sulla débacle delle regionali in Calabria? “La conduzione della campagna elettorale è stata identica a quella per le europee. Evidentemente la nostra proposta non è stata apprezzata dagli elettori che hanno optato per l’astensionismo”.

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