Prima non risponde alle domande di Report scappando davanti ai microfoni, poi va in consiglio comunale per fugare ogni dubbio. Il dietrofront del sindaco di Bologna, Virginio Merola, sulla questione dei rifiuti tossici sepolti sotto i 60mila metri quadri dell’area uffici di Hera, si compie dopo le polemiche nate sui social network e arrivate nell’assemblea cittadina con gli interventi di Movimento 5 Stelle, Sel, Lega Nord e Pdl. “Le preoccupazioni sono infondate”, ha spiegato Merola dopo che il programma di Milena Gabanelli ha fatto riemergere il caso già sollevato da diversi giornali e siti web nel luglio scorso. “Non siamo nella Terra dei Fuochi: la situazione di quest’area è controllata fin dal 2003, non ci devono essere ombre sul nostro operato”, ha proseguito, “il 1 luglio 2008 abbiamo sottoscritto un piano di risanamento e bonifica di quella parte di viale Berti Pichat assieme a Provincia e Arpa che scadrà nel 2018. Tra due settimane inizieranno i lavori del settimo lotto di bonifica per l’intero 2015 che corrisponde al 60% di risanamento dell’area. Quindi per noi non c’è nulla di nuovo, anzi tutto è sotto controllo, lavoratori e cittadini non devono preoccuparsi”.

Le rassicurazioni del sindaco di Bologna arrivano ad una settimana dal voto alle regionali del 23 novembre e vanno a rattoppare un possibile danno d’immagine per il Pd che nel servizio di Report ha sfilato con una buona fetta di sindaci emiliano romagnoli – Daniele Manca di Imola, Paolo Lucchi di Cesena, Fabrizio Matteucci di Ravenna – tutti intenti a difendere i curricula dei consiglieri Hera da loro nominati.

L’intervento di Merola in consiglio comunale è arrivato circa 12 ore dopo la trasmissione di Raitre nella quale un assessore, Patrizia Gabellini, si era spazientita durante l’intervista e aveva indicato una mole di carte nel suo ufficio, spiegando di non essere riuscita a leggere tutti i documenti in suo possesso sul caso. “Ha la mia piena fiducia”, ha spiegato il sindaco, “anche se non è tenuta a essere una valente comunicatrice in tv”.

A contestare l’operato della giunta si era alzato un autentico fuoco di fila tra i consiglieri di opposizione, di parte della maggioranza – Cathy La Torre e Mirco Pieralisi di Sel – e un consigliere dello stesso Pd, Francesco Errani, che durante il programma twittava: “Dalla puntata di #Report, esce malissimo #Hera, il Comune di #Bologna e soprattutto un sistema malato… qualcuno dovrà rispondere”.

Nel frattempo i deputati M5s Elisa Bulgarelli e Michela Montevecchi hanno presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede “di vietare l’accesso agli uffici e spazi contaminati e le dimissioni da Hera del presidente Tommasi di Vignano”. “Vorrei rassicurare i lavoratori in merito alla tanto citata permanenza degli stessi di 2 ore e mezza o 7 ore negli uffici di Hera”, ha risposto Merola. “Qui si faceva riferimento ad analisi di esposizione al rischio dei singoli edifici, che ha dato una prescrizione per due stanze in cui Hera ci ha prima provvisoriamente sistemato un archivio e ridotto la presenza dei lavoratori, poi è stata tolta perché gli interventi di impermeabilizzazione sono tali da stare nei termini di legge, quindi oggi i lavoratori sono tornati a lavorarci su una base di una relazione che dice che non esiste più il rischio”.

Anche sulla permeabilità delle falde acquifere Merola cerca di fugare ogni dubbio: “Fin dal 2009 con Arpa, Ausl e Provincia abbiamo uno specifico piano di monitoraggio dell’acqua e dell’aria. Analisi semestrali che hanno costantemente escluso qualsiasi profilo di rischio per i lavoratori e per i cittadini. Inoltre la falda sottostante l’area aziendale che si trova tra circa 20 metri di profondità è ben distinta dalla falda da cui si attingono le acque che alimentano l’acquedotto cittadino, che sono a 250-400 metri di profondità”. “Attenzione però”, spiega a ilfattoquotidiano.it il consigliere regionale Andrea Defranceschi (5 Stelle) “ci saranno tutti i controlli del caso, ma i carotaggi li fa Hera e poi li comunica ad Arpa e Ausl. Non c’è un signore dell’Arpa che effettua le analisi”. “E’ vero le relazioni semestrali è tenuta a farle Hera e a comunicarcele”, conferma Adelaide Corvaglia di Arpa “ma poi noi facciamo parecchi controlli. Nel caso Hera ne abbiamo portati in commissione comunale almeno 260. E in ognuno di essi non ci sono dati fuori norma. Quindi l’allarmismo del servizio tv è ingiustificato. Se mi chiedessero di lavorare in quegli uffici ci lavorerei, ovviamente pretendendo il massimo delle informazioni possibili”.

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