L’annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a proposito degli ottanta euro alle “neomamme” è perfettamente coerente con la linea familista del governo. Sembrerebbe solo un modo per premiare gli uteri produttivi. Esclude i neopapà. Immagina che le persone abbiano diritto ad un supporto economico, misero, solo in quanto genitori, come se di reddito minimo garantito non avessero bisogno tutti, e, soprattutto, spinge affinché il discorso della maternità si riduca ad un premio alle madri che stanno a casa, non lavorano, si lasciano utilizzare in quanto risorse economiche nei ruoli di cura, giacché è assente dal suo ragionamento un qualunque supporto che tenga conto delle mamme che lavorano, di quelle che non accettano alcuna forma di assistenzialismo e che, più semplicemente, avrebbero bisogno di una serie di strutture attualmente assenti nei vari territori. Asili nido, consultori, aiuti concreti per quelle che hanno bisogno di un sostegno educativo per i propri figli.

Freedom for Birth Rome Action Group ha così deciso di rispondere, attraverso un video, per spiegare “come questo governo, prediliga la miope e propagandistica via dell’assistenzialismo a quella della garanzia dei diritti e dell’approntamento di serie politiche sociali e del lavoro, mostri di concepire le donne quali deputate unicamente alle funzioni riproduttive e genitoriali e, in questo modo, continui ad avallare la loro marginalizzazione sociale ed economica, frutto e nel contempo causa di una cultura che non le rispetta, che non rispetta i loro corpi, le loro persone, le loro scelte, la loro dignità.

 La proposta tradisce in modo evidente quale sia la visione di Renzi sulla genitorialità:

- La genitorialità è una questione solo femminile, si parla di neomamme e non di neopapà – Le mamme sono una buona fetta di mercato, usiamole per rilanciare i consumi.

 Noi riteniamo che non è di qualche spiccio che i neogenitori (madri e padri single, coppie etero e omo) abbiano bisogno, né di una comunicazione manipolatoria che li etichetti unicamente come consumatori, riprendendo il luogo comune (periodicamente ribadito in articoli allarmistici) che vede la nascita di un figlio o i suoi primi anni di vita unicamente come una spesa ed instilla l’idea che per accudire efficacemente una bambina o un bambino sia indispensabile acquistare una grande quantità di prodotti.”

Guardare il video restituisce un’idea meno distorta e fuorviante di quella che è la genitorialità, vissuta non come un momento in cui ci si dispera perché non si è riuscite a comperare l’ultimo passeggino alla moda ma come una occasione di scambio, di crescita e di arricchimento che nulla dovrebbe togliere alla vita dei genitori e dei loro figli. Le richieste delle madri che ascolterete nel video sono semplici, chiare, dirette e si capisce sin da subito che di tutte quelle richieste il governo non ne tiene assolutamente conto.

Perciò bisogna ripeterlo. Le donne non sono contenitori da premiare con un obolo in quanto uteri produttivi e la genitorialità va condivisa anche con gli uomini. Dunque servono servizi, strutture e un punto di vista un po’ più laico e assai distante da questa concezione della famiglia patriottica e da ventennio. Le madri ci provano, a dire quel che pensano. Dite che Renzi le ascolterà?

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