La svolta renziana delle principali testate italiane non ha solo avuto l’effetto di produrre una imbarazzante omologazione del sistema informativo. L’impressione, visionando i numeri relativi alle vendite di quotidiani elaborati da Ads, è che l’”amicizia”manifestata da tanti media nei confronti del presidente del Consiglio non abbia fatto che contribuire ad accelerare un declino, già in atto da tempo.

Se consideriamo i quattro principali quotidiani italiani – “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “IlSole24Ore” e “La Stampa” – , la perdita totale di copie vendute in edicola da quando è “scoppiato l’amore” per Matteo Renzi è enorme. Sono state infatti poco meno di 80mila le copie andate in fumo nei sette mesi che vanno da dicembre 2013 – mese della ascesa definitiva di Renzi al vertice del Partito Democratico – a luglio di quest’anno, ossia al mese fino al quale i dati sono disponibili.

L’abbraccio con Renzi non solo quindi non ha pagato in termini di acquisizione di nuovi lettori, ma, al contrario, è costato, in un paio di casi, una vera e propria emorragia di lettori. Ed a rendere il quadro ancora più pesante, vi è da rilevare – sempre numeri alla manocome ciò sia accaduto a fronte della tenuta generale delle vendite di giornali in edicola.

I numeri sono impietosi, in special modo per Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore, che più di altri quotidiani hanno esplicitato senza mezzi termini e sin dalla rincorsa di Renzi verso il potere, convergenze, se non addirittura simpatia nei confronti del Rottamatore. In ciò, peraltro, piegando e marginalizzando le voci non in sintonia con un taglio editoriale generoso verso le gesta dell’ex sindaco di Firenze. 

Il caso più grave è senz’altro rappresentato dal Corriere, che a dicembre 2013 vendeva circa 340mila copie e che ha visto ridimensionarsi la propria fetta di mercato addirittura del 15%, con un conseguente arretramento delle vendite, arrivate in picchiata a quota 287mila. Il Corriere ha quindi regalato alla concorrenza poco più di 50 mila copie in sette mesi!

Per Il Sole 24 Ore la perdita, nel periodo considerati, è stata simile: -11,5%. E le copie vendute sono passate da 141mila a 125mila copie.

“Solo” 6600 e 3800 copie sono stati i patrimoni dissipati rispettivamente da La Repubblica e da La Stampa. In quest’ultimo caso le vendite, che a dicembre 2013, erano pari a 184mila copie, sono state a luglio pari a 180mila (-2,09%). E per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari il calo di vendite è stato del 2,27%; cosicché da 292mila si è arrivati a quota 286mila copie.

Se però contestualizziamo i dati degli ultimi mesi in un arco temporale più ampio, il quadro che ne esce è davvero drammatico. Perché La Stampa, La Repubblica, Corriere, Il Sole 24 Ore hanno perso, nel periodo 2009-2013, complessivamente quasi 340mila copie: rispettivamente 64.862, 122.653, 125.039 e 26.808.

Ha pesato certamente la profonda trasformazione in atto nel mercato mediatico, dai cui effetti nessun giornale è rimasto immune.

Ma è probabile che maggiori interrogativi sulle ragioni della disaffezione dei lettori se li siano fatti soprattutto ai piani alti dei gruppi editoriali – Rcs per primo – che hanno subito più di altri una sorta di conversione sulla via del renzismo. Il cui artefice, alla sua prima prova di governo, sta manifestandosi per essere un abile twittatore, un prodigioso dispensatore di battute e metafore, nonché un grande venditore di continui annunci.

Sta dunque emergendo una figura assai differente dal rivoluzionario statista che, certamente in perfetta buona fede, Corriere e Repubblica si erano forse immaginati che Renzi potesse incarnare.

E il conseguente disincanto, ma probabilmente ancor più, i dati delle vendite, potrebbero essere, almeno in parte, la spiegazione del recente “rinculo” di Repubblica e del Corriere verso una linea editoriale meno accomodante verso Matteo Renzi. 

@albcrepaldi

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