“La pedofilia ha avuto un grosso impatto sulla nostra comunità. E quello che è ancora più condannabile non è il reato in se stesso, ma la condotta indegna con cui questa situazione è stata gestita dai quadri dirigenziali della nostra Chiesa”. Queste le parole del sindaco di Belcastro, Severino Ciaccio, durante la celebrazione del 30° anniversario di sacerdozio del nuovo parroco della cittadina, don Franco Lorenzo, che ha sostituito don Roberto Mastro, quest’ultimo imputato presso il tribunale di Catanzaro per aver abuso di 15 ragazzini, tutti minori di 14 anni, tra il 2008 e il 2010. “Hanno chiuso gli occhi, hanno fatto finta di non vedere”. Ma alla festa, celebrata domenica scorsa 31 agosto, c’erano tutti tra prelati e cittadini, tranne monsignor Domenico Graziani, il vescovo della Diocesi di Crotone che nell’ottobre del 2007 investì proprio don Roberto dell’incarico presso la Parrocchia di San Michele Arcangelo di Belcastro. La festa poteva, quindi, essere l’occasione di riconciliazione tra gli abitanti e la diocesi, accusata di aver coperto il prete. “A questa comunità – ha proseguito il sindaco Ciaccio – sarebbe bastato che il suo pastore fosse venuto da solo a suo tempo vestito dal saio dell’umiltà e della carità pastorale”. A cercare di spiegare l’assenza di monsignor Graziani è monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, di recente nominato da Papa Francesco arcivescovo dell’ex sede di Belcastro. “La Chiesa accompagna questa situazione con molto dolore, ma – ha detto – nel pieno rispetto sia per le presunte vittime che per la giustizia. Ecco perché il vescovo di Crotone non se l’è sentita di venire”. Poi ha aggiunto: “C’è stato un piccolo incidente: per strada l’autista, che lo portava, non si è sentita bene perché incinta e sono dovuti rientrare”. Il paese, in ogni caso, si era preparato a suo modo per accoglierlo con numerose scritte sui muri “Monsignor Graziani vergognati!” e “Vescovo di Crotone non sei ben accetto” di Emilio Grimaldi e Giulia Zanfino

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