Roberto, Stefano e Matteo hanno organizzato un bel casino, ma lo faranno con grande stile e il giorno dopo saranno uno per tutti e tutti per uno”. Con questa battuta Matteo Renzi, riferendosi ai candidati Balzani, Bonaccini e Richetti, ha commentato le primarie del centrosinistra che, il 28 settembre, vedranno di fronte tre candidati del Pd per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna. Non è invece riuscito a trattenere la commozione l’ex presidente della Regione Vasco Errani, quando Renzi gli ha rivolto parole di stima e ringraziamento per aver deciso di dimettersi, nonostante lui stesso lo avesse invitato a restare. Dopo 15 anni di governo regionale, Errani, infatti, si è dimesso dalla guida di viale Aldo Moro per essere stato condannato in secondo grado per falso ideologico in atto pubblico per l’inchiesta sulla vicenda Terremerse. Un passo indietro, giunto dopo l’assoluzione pronunciata dal giudice in primo grado e prima del ricorso in Cassazione già annunciato dai legali di Errani, che la segreteria del Pd aveva chiesto allo stesso Errani di non fare. L’ex presidente della Regione ha invece deciso di lasciare e mandando la Regione al voto anticipato. Tra i primi ad abbracciare Errani, che assisteva al comizio insieme a migliaia di persone al Parco Nord, sono stati il segretario del Pd regionale Bonaccini e l’attuale sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli che ha guidato con Errani l’emergenza terremoto in Emilia e l’avvio della ricostruzione, in qualità di assessore regionale alle Attività produttive. 

Il nome di Bonaccini, responsabile nazionale enti locali del Pd, porta anche alla questione segreteria. “La faremo entro la settimana prossima” dice il segretario. E’ un militante del Partito democratico alla festa dell’Unità di Bologna a far decidere a Matteo Renzi dopo mesi di stallo di sbloccare la situazione della segreteria. Dopo la nascita del governo, alcuni membri del direttivo nazionale sono diventati ministri e devono per questo essere sostituiti. Ben quattro le pedine che devono essere innovate: Marianna Madia, Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Lorenzo Guerini. Il presidente del Consiglio così prende posizione. “Per quanto concerne l’organizzazione del partito, c’è una questione nazionale e venerdì facciamo la segreteria” ha detto rispondendo ad un militante che gli chiedeva, cosa il premier stia facendo per l’organizzazione del partito, qualora lo stesso Renzi non fosse più disponibile. Sul tavolo infatti, anche il doppio ruolo del premier che è anche segretario di Partito: Pier Luigi Bersani pochi giorni fa e proprio dalla festa di Bologna aveva detto. “Io non avrei tenuto le due cariche insieme”. Tra i nodi da sciogliere anche quello dell’Emilia Romagna, dove il partito affronta le primarie tra i tormenti. Sul fronte locale, ha spiegato Renzi, “dove c’è discussione come qui in Emilia Romagna, il giorno dopo le primarie tutti insieme”.

Video di David Marceddu

Il presidente del Consiglio e segretario del Pd è arrivato verso le 11.30 e nel pomeriggio è atteso il suo intervento conclusivo. Nonostante il clima estivo, Renzi e gli altri leader socialisti europei, a pranzo alla Festa dell’Unità di Bologna, non hanno rinunciato al vero must della cucina bolognese: come aveva annunciato il premier in mattinata il nuovo patto sull’Europa è stato siglato davanti ad un piatto di tortellini in brodo. Renzi, Manuel Valls, Pedro Sanchez, Ackim Post e Diederik Samson, hanno mangiato al ristorante “Bertoldo” insieme ai ministri Madia, Pinotti, Mogherini, al sottosegretario Sandro Gozi, al vicesegretario del Pd Debora Serracchiani e al presidente del partito Matteo Orfini.

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