Continua il braccio di ferro tra Bruxelles e Mosca per la crisi in Ucraina. L’Ue ha ampliato i soggetti colpiti da sanzioni in Russia, prendendo di mira i responsabili dei servizi di intelligence. I nuovi nomi di 15 persone e 18 “entità” soggetti al bando dei visti e al congelamento dei beni è stato pubblicato questa mattina dalla gazzetta ufficiale dell’Unione Europea con effetto immediato. Netto l’attacco del ministro degli esseri russo, che ha definito “irresponsabili” le nuove sanzioni: “L’Unione europea ha messo a rischio la sicurezza della cooperazione internazionale sulla sicurezza”, fa sapere il Cremlino, sottolineando che “simili decisioni saranno accolte con entusiasmo dai leader del terrorismo internazionale”.

Fra i nomi delle persone spiccano Mikhail Fradkov, direttore dei Servizi Esterni di Intelligence, e Aleksandr Bortnikov, il capo dei Servizi di Sicurezza Federali (Fsb), per il loro coinvolgimento “nel definire la politica del governo russo di minaccia dell’indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina”. Sulla lista figura il leader filorusso della Cecenia, Ramzan Kadirov, per “dichiarazioni in sostegno dell’annessione illegale della Crimea e dell’insurrezione armata in Ucraina”. Inoltre il mese scorso Kadirov “ha espresso la disponibilità ad inviare 74 mila volontari ceceni in Ucraina”.

Colpito anche Pavel Gubarev, l’autoproclamato governatore di Donetsk, che “ha richiesto l’intervento russo in Ucraina orientale, compreso il dispiegamento di forze russe di peacekeeping… ed è responsabile del reclutamento per le forze armate dei separatisti”. Fra le entità prese di mira vi sono anche le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, oltre a gruppi separatisti. Con i nomi aggiunti oggi salgono a 87 persone e 20 entità i nomi sulla lista nera Ue. Entro martedì, la Commissione Ue presenterà le bozze legislative per sanzioni ancora più ampie contro il settore bancario e della difesa.

Mosca non resta a guardare. L’agenzia federale russa per la protezione dei consumatori Rospotrebnazdor ha avviato un’azione legale contro McDonald’s per vietare una serie di cibi che figurano sul menù. “Abbiamo identificato violazioni che pongono l’intera catena di McDonald’s in dubbio”, afferma il capo il capo dell’agenzia, Anna Popova, citata da Interfax, riferendosi ad una inchiesta condotta in giugno. Sotto accusa sono i panini Filet-o-Fish, Royale burger, Chicken burger e Cheeseburger, le cui calorie sarebbero “due o tre volte più” di quanto dichiarato. Inoltre sarebbero stati trovati pericoloso batteri, come l’e-coli, nei Caeser Roll e le insalate. Per non parlare dei milkshake i cui contenuti di proteine, grassi e carboidrati sarebbero il doppio di quanto dichiarato. L’obiettivo del ricorso legale è bloccare la vendita dei prodotti. Il caso approderà in tribunale in agosto. In un comunicato diffuso dal proprio sito web, McDonald’s dice di non aver avuto alcun contatto con Rospotrebnazdor e di non aver ricevuto alcuna notifica di un procedimento legale. La catena di fast food ha ribadito “la qualità e sicurezza” dei propri prodotti.

Intanto altre 35 bare con resti di vittime dell’abbattimento del volo malese Mh17 sono attese oggi in Olanda, con un aereo proveniente da Kharkiv in Ucraina. Al momento sono arrivate in Olanda 189 bare, secondo quanto ha riferito il governo olandese. Non è chiaro quanto corpi contengano. A bordo del volo abbattuto vi erano 298 persone di diverse nazionalità, fra cui 194 olandesi (uno con doppia nazionalità italiana) e 37 australiani. L’identificazione delle vittime è stata affidata agli olandesi.

 

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