“Colpiremo solo le grandi violazioni”, cosi aveva affermato  il presidente di Agcom, a proposito del Regolamento sul diritto d’autore, in un’intervista a Repubblica il 12 dicembre  scorso.

E aveva aggiunto davanti alle Commissioni parlamentari competenti:“Il nostro impegno – ha tenuto a precisare il presidente dell’Agcom, riconoscendo le difficoltà di un’economista come lui riguardo a un problema che è sottilmente giuridico – è contro il grande crimine (…) quei pochi grossi siti che ricavano profitti altissimi da questa attività”.

A scorrere la lista dei provvedimenti dell’Autorità (apertura dei procedimenti e  archiviazioni comprese) appare in verità una realtà molto diversa.

I destinatari dell’ordine dell’Autorità (o dell’apertura di procedimenti) appartengono alle più svariate categorie.

C’è di tutto: dai i siti di scambio gratuito di risorse didattiche, al maggior sito americano di libri online, ad utenti Facebook, al gestore del sito di un cantante  amatoriale che non s’è accordato con lo stesso cantante sulle  modalità di corresponsione dei diritti d’autore.

E ci sono anche le testate giornalistiche, in particolare, non si comprende bene il perché, le testate del Gruppo editoriale L’Espresso.

Già a maggio infatti il sito di Repubblica era stato oggetto di un ordine di rimozione da parte dell’AgcomQuesta volta l’Autorità, sulla base della segnalazione di un utente di Youtube ha ordinato a RepubblicaTV e a British Telecom, che risulta essere, a quanto pare, l’hosting provider dove è situato il sito del giornale (ovvero della webtv)  di rimuovere un video di cronaca, associato ad una operazione di polizia svoltasi a Firenze.

Il video sembrerebbe essere stato già cancellato dalla webTv, non si comprende però se a cancellare il video sia stata la testata  stessa, oppure il provider che ospita il sito della webTv del gruppo editoriale.

Nel caso fosse accaduto quest’ultimo evento si sarebbe realizzato quello che avevo preconizzato qualche mese fa, e cioè che il provider che gestisce il sito ove è presente un giornale online potrebbe autonomamente, per paura della sanzione, rimuovere contenuti giornalistici dal sito di una testata editoriale, prima che la stesso quotidiano lo venga a sapere.

L’attività giornalistica sul web ne risulterebbe gravemente compromessa.

Quanto al contraddittorio sul punto c’è da registrare che nessuno peraltro sin qui ha mai replicato con le controdeduzioni, cioè con le difese previste dal Regolamento. Il che appare strano, a meno di pensare che su Internet ci sia un esercito di martiri pronti ad immolarsi senza proferire parola.

La Repubblica tradita

di Giovanni Valentini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Giornalisti, gli errori e il doveroso mea culpa sulla formazione

next
Articolo Successivo

Giornalisti, corsi di formazione obbligatori a pagamento: battaglia vinta! – Replica

next