Il Movimento 5 Stelle arriverà al possibile incontro con Renzi con una proposta netta sulla legge elettorale. Un sistema elettorale proporzionale “sensibilmente corretto” che provoca uno sbarramento “naturale” e “flessibile” anche grazie alla dimensione “intermedia” delle circoscrizioni, con la possibilità di esprimere preferenze ma anche “penalizzazioni” di candidati sgraditi. Per le preferenze, è consentito il panachage (cioè si possono votare candidati di liste diverse da quella votata), mentre sono vietate (pena annullamento) le candidature plurime in più circoscrizioni o rami del Parlamento. E’ questa, in sintesi, la proposta di riforma con cui Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio invitano Renzi a “battere un colpo” per farne base comune di discussione.
Un sistema votato punto per punto tramite una consultazione online e presentato in forma definitiva il 7 maggio scorso. La riforma, che prevede l’elezione sostanzialmente con lo stesso metodo sia della Camera che del Senato (pur se con alcuni “correttivi tecnici”), assicura, secondo i proponenti, anche la governabilità.
La riforma a Cinque Stelle prevede 42 circoscrizioni di grandezza intermedia con due schede elettorali, una per il voto di lista e una per il voto di preferenza. Voto che può essere anche “sfavorevole” nel caso in cui il cittadino decida di penalizzare un candidato presente in una lista. In questo caso può cancellare il nome sgradito dalla lista votata, tracciando una riga sul suo nome (sono possibili fino a due voti negativi in alcune circoscrizioni) e determinando in questo modo la penalizzazione di un decimo di voto (o due decimi) per la lista votata. La preferenza (da una a due a seconda dell’ampiezza della circoscrizione) si indica invece su una scheda a parte e può essere diretta anche al candidato di una lista diversa da quella votata (panachage).
Il sistema votato dagli attivisti M5S prevede anche una soglia “naturale” di sbarramento che si calcola superiore al 5% nelle 33 circoscrizioni che assegnano il 60% dei seggi e inferiore al 5% nelle restanti circoscrizioni che assegnano il 40% dei seggi della Camera. Le 42 circoscrizioni sono composte da 3 (Milano, Roma, Napoli) che indicano da 32 a 42 seggi, dalla Valle d’Aosta che ha un seggio, dal Molise che ha tre seggi, da altre 13 circoscrizioni che hanno da 5 a 9 seggi, da 19 circoscrizioni che hanno da 21 a 24 seggi.
Nella proposta M5s al fine di evitare liste troppo lunghe le circoscrizioni grandi vengono a loro volta suddivise al loro interno in collegi plurinominali da 9 a 13 seggi, in modo che ogni elettore possa esprimere una sola preferenza negativa ed una sola preferenza positiva. Per il Senato (dovendo rispettare quanto previsto dall’art. 57 della Costituzione) le circoscrizioni sono regionali ma con una ripartizione che coincide con quella della Camera e con l’applicazione dello stesso metodo di “correzione” del proporzionale usato per Montecitorio.