Secondo i media ucraini, le guardie del corpo del presidente Petro Poroshenko avrebbero trovato nella notte un ordigno nei pressi del palazzo presidenziale, vicino al cancello da cui ogni giorno il capo di Stato passa con la sua auto. Sempre in base alla descrizione dei giornali, la bomba era composta da un secchio di plastica con dentro cinque granate, un chilo di viti, bulloni e rondelle e un cellulare per attivare il sistema. E appoggiato accanto all’ordigno sarebbe stato trovato anche un biglietto che recitava: “Se non fermi la guerra, la guerra verrà da te”.

La notizia arriva nel giorno in cui 49 ucraini sono morti sull’aereo abbattuto dai separatisti filorussi nei cieli di Lugansk. A confermarlo è stato un portavoce del ministero della Difesa di Kiev, Vladislav Selezniov. Le vittime sono 40 soldati e nove membri dell’equipaggio. Il velivolo, che trasportava persone, armi e viveri, è stato colpito attorno all’una di notte. “I separatisti nell’est dell’Ucraina hanno acquisito dalla Russia armi pesanti e mezzi militari, inclusi carri armati e lanciatori”, ha denunciato la portavoce del dipartimento di stato Marie Harf, che ha anche spiegato che la Russia ha raccolto tutti i lanciarazzi nel sudovest della Russia, il punto da cui è partita quest’ultima spedizione. Il leader separatista di Donetsk Denis Pushilin ha confermato che la sua fazione è riuscita ad acquisire carri armati senza però precisarne la provenienza: “E’ il minimo che possiamo fare per difendere la città”, ha dichiarato.

Subito dopo aver appreso delle 49 vittime dell’attentato aereo, il presidente Poroshenko ha promesso una “risposta adeguata” ai separatisti: “Coloro che sono coinvolti in un atto terroristico di tale portata saranno puniti”, ha detto. Intanto per domani Poroshenko ha indetto una giornata di lutto nazionale

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