Il conflitto perso nel 1982 fu vendicato su un campo di calcio nei quarti di finale della Coppa del Mondo ’86. In Argentina, tuttavia, la Guerra delle Falkland è rimasta una ferita aperta e per qualcuno è ancora un conto da regolare, non solo come fece Maradona con il ‘gol del secolo’ e la mano de Dios, giustificata con la storica frase “Chi ruba ai ladroni ha cento anni di perdono”. Ma anche in strada, con assalti e scontri contro gli inglesi. Le Falkland tornano così al centro della scena nei Mondiali ormai alle porte. Ventidue anni e tre mesi dopo l’invasione di Leopoldo Galtieri e la risposta di Margaret Thatcher, sono gli ultras argentini a voler rivendicare a modo loro l’arcipelago dell’Atlantico. E stando all’allarme lanciato dalla Polizia militare brasiliana fanno sul serio.

A fornire l’occasione è stato il calendario: il 21 giugno la Seleccion gioca contro l’Iran a Belo Horizonte con 11mila tifosi al seguito, il 24 gli inglesi affrontano la Costa Rica nello stesso stadio. Tre giorni e zero chilometri di distanza pare siano bastati a riaccendere la sete di vendetta della parte estrema del tifo argentino. “Temiamo che tra una partita e l’altra mentre accoglieremo migliaia di semplici tifosi in arrivo prima dall’Argentina e poi dall’Inghilterra, ci possano essere scontri”, ha detto il capo della Polizia militare brasiliana Divino Pereira de Brito al quotidiano Estado de Minas. Sarebbero almeno 650 i tifosi appartenenti alle barras bravas, la frangia più violenta delle curve argentine, pronti a entrare in Brasile via terra con il solo scopo di scontrarsi con i circa 7mila inglesi attesi a Belo Horizonte per l’ultima partita del gruppo D.

“Saremo a conoscenza dei soli tifosi potenzialmente pericolosi che entrano in Brasile in aereo – ha spiegato allo stesso quotidiano il colonello Alberto Luiz Alves – mentre le barras bravas arriveranno in gran parte in auto​​. Sarà molto difficile tracciare il loro percorso e segnalare la loro presenza”. La barra più violenta è quella legata al San Lorenzo e sarebbe proprio questa la più attiva nell’organizzazione dell’agguato contro gli inglesi. Superando la rivalità con i vicini brasiliani, le barras avrebbero preso contatti con la Mafia Azul, gruppo ultras del Cruzeiro, la squadra di Belo Horizonte, per avere supporto logistico e ospitalità nei giorni seguenti la partita così da programmare agguati a semplici tifosi inglesi.

E ci sono due fatti ad accreditare come reale il pericolo, nonostante esista un protocollo d’intesa tra Brasile e Argentina per contrastare il flusso di ultras in occasione dei Mondiali. Un’inchiesta del quotidiano argentino Clarìn ha portato alla luce la concessione da parte dell’AFA, la federcalcio argentina, di 900 biglietti alle barras per le prime tre partite della Seleccion. La rivelazione ha spinto la ong Fùtbol en paz en Argentina a denunciare il presidente dell’AFA e vice-presidente Fifa, Julio Grondona, che ha smentito la ricostruzione del quotidiano ma è indagato e rischia da uno a sei anni di carcere per ‘istigazione a commettere atti violenti in occasione di manifestazioni sportive’. Quindi in Brasile le barras ci saranno e a Belo Horizonte arriveranno almeno trecento ultras. Inoltre, alcuni mesi fa, Debora Hambo, avvocatessa delle barras bravas, riguardo il sentimento delle curve nei confronti del conflitto delle isole Falkland, disse: “Il popolo argentino non potrà mai perdonare. Ricorderemo sempre quello che è successo nel 1982. Gli argentini non hanno paura né sono preoccupati per la loro vita, visto che la rischiano ogni minuto”.

Twitter: @AndreaTundo1

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