Colpo di scena: il presidente Antonio Esposito ha davvero risposto a una domanda del giornalista del Mattino che lo incalzava al telefono sulla sentenza di condanna contro Berlusconi. Il problema è che il giudice, poi finito sotto procedimento disciplinare per l’intervista, ha risposto: “Non mi fare esprimere giudizi sulle sentenze”. La frase però è sparita dalla versione pubblicata dal Mattino il 6 agosto. La registrazione integrale (inedita finora) è stata consegnata dal Mattino il 26 agosto scorso alla Procura Generale della Cassazione nell’ambito dell’azione disciplinare contro Esposito. Il nastro potrebbe trasformarsi però in un boomerang per il giornalista Antonio Manzo, per il direttore Alessandro Barbano e per l’editore del Mattino Caltagirone, ai quali Esposito, anche sulla base dell’audio, ha chiesto due milioni di euro di danni in una causa civile. 

Antonio Manzo, 57 anni, sarà premiato il 27 giugno alla 35esima edizione del premio Ischia Internazionale proprio per quella intervista che il giudice considera “una gravissima opera di mistificazione e manipolazione”. Esposito sostiene di essere finito nel mirino della Procura Generale, del Csm e della stessa Cassazione proprio per colpa di quella manipolazione. Così il 15 maggio ha presentato una domanda di mediazione obbligatoria che prelude alla citazione e che sarà discussa l’undici giugno davanti al Consiglio dell’Ordine di Napoli. Esposito ha poi avviato azioni contro i giornali che hanno seguitato a scrivere su di lui e sulla sentenza nei giorni successivi: si va dai 400mila euro a Il Giornale al milione e mezzo chiesto a Libero, dai 150 mila euro a Piero Ostellino e al Corriere della Sera ai 120 mila euro chiesti a Il Foglio di Giuliano Ferrara.

Talvolta Esposito agisce da solo, talvolta con alcuni degli altri componenti del collegio che ha condannato Berlusconi. Secondo l’atto relativo all’intervista de Il Mattino stilato dagli avvocati di Esposito, Franco e Alfredo Iadanza e Alessandro Biamonte, “la manipolazione è avvenuta spezzando artificiosamente e arbitrariamente in due parti l’unica risposta che il dottor Esposito stava dando alla domanda di carattere generale e di natura strettamente tecnico-giuridica ‘Il principio del non poteva non sapere è giuridicamente sostenibile?’ ed inserendovi dolosamente la frase mai rivolta: ‘Non è questo il motivo per cui si è giunti alla condanna? E qual è allora?’, così da fare apparire che il prosieguo della risposta alla (unica) domanda generale fosse riferita alla domanda specifica sui motivi della condanna mai rivolta al dottore Esposito e alla quale Esposito non aveva mai dato risposta”.

Anche Manzo lo ammette, giustificando però l’inserimento della domanda che stravolge il senso della risposta con ‘l’editing’. Il giornalista è stato sentito a verbale il 4 dicembre 2013 dall’avvocato generale Carlo Destro, che svolge l’istruttoria contro Esposito per la Procura generale. “Secondo il dottor Esposito – ha raccontato Manzo – io avrei inserito nel testo dell’articolo pubblicato una domanda in effetti non formulata nel corso della conversazione (e cioé quali erano stati i motivi della condanna dell’onorevole Berlusconi) e preciso che al termine di un’intervista si sbobina il parlato ed è perfettamente in linea con il lavoro giornalistico quello che viene definito da noi ‘editing’ cioé il legame logico tra il parlato e lo scritto onde evitare che una acritica trasposizione, sia pure letterale e fedele, non porti il lettore a una comprensione netta e precisa delle parole che lo stesso magistrato aveva pronunciato nel corso della conversazione”.

Secondo i legali di Esposito invece “la gravissima opera di mistificazione e di manipolazione è ancora più evidente ove si consideri che il giornalista – come risulta dalla trascrizione della conversazione registrata (solo recentemente ottenuta dal dottor Esposito) – ha omesso di riportare nel testo dell’intervista pubblicata l’unica ed effettiva domanda rivolta ad dottor Esposito con la quale chiedeva un giudizio sui 47 motivi di ricorso presentati dal Berlusconi, e sulle sentenze dei giudici di Milano, omettendo nel contempo di riportare la secca risposta del dott. Esposito ‘non mi fare esprimere giudizi sulle sentenze, ci dobbiamo esprimere con la motivazione’. Questa è la prova inconfutabile non solo della manipolazione quanto del fatto che Esposito si è categoricamente rifiutato di esprimere giudizi sul merito della sentenza e sui motivi della condanna”.

La parte finale della telefonata, mai pubblicata dal Mattino né da altri – è da oggi on line sul sito del Fatto. E merita di essere riportata:

Esposito (E): Senti allora me lo mandi (il testo, ndr) allo 06 …. oh, poi ci sta il titolo vediamo di non eh .. eh .. eh …
Manzo (M): .. non ti preoccupare non ti preoccupare .. comunque voglio dire …
E: Si
M: … nei 47 motivi diciamo … avendo accolto vuoi dire che il.. il.. il.. reggeva la … cioè i.. .. Milano ha fatto bene il processo tranne che nella prescrizione ecco
E: no, non è la prescrizione
M: ah … scusami tranne le pene accessorie
E: si, cioè il processo e .. (incomprensibile) .. non me lo far dire questo …
M: no non te lo faccio dire ..
E: … non mi fare esprimere giudizi sulle sentenze .. (incomprensibile) .. ci dobbiamo esprimere con la motivazione
M: certo … si …
E: … mi metti i … mi metti in serio imbarazzo guarda eh
M: si va buono … va bene
E: .. no guarda non mi … non me creà problemi seri ..
M: non ti preoccupare …

Da Il Fatto Quotidiano del 4 giugno 2014

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