Quando Nicola Cosentino aveva deciso di costituire il neo partito Forza Campania, Silvio Berlusconi non ne ha voluto sapere, negandosi per mesi al telefono. L’ex sottosegretario adesso si trova nel carcere di Secondigliano, arrestato lo scorso 3 aprile nell’ambito di un’inchiesta per estorsione aggravata dal metodo mafioso, con l’accusa di aver costretto un imprenditore a chiudere un distributore di benzina a Casal di Principe, concorrente alle aziende di famiglia. Prima dell’arresto però aveva provato a fare pressione sugli ex colleghi, da Daniela Santanchè al senatore Vincenzo D’Anna, passando per Denis Verdini, affinché gli facessero incontrare l’ex premier. A rivelarlo è l’ultima informativa depositata al Riesame nell’ambito del processo in corso a Santa Maria Capua Vetere, dove Cosentino è imputato per corruzione e reimpiego illecito di capitali aggravati dalle finalità mafiose. La Cassazione, ritenendo che Cosentino non fosse un politico ininfluente, aveva annullato la revoca delle misure cautelari decisa dal Riesame e disposto un loro nuovo pronunciamento sulla detenzione in carcere. Nel frattempo, però, sono scattate le manette per le accuse nell’ambito dell’indagine sui carburanti dei Cosentinos’. Agli atti della procura di Santa Maria ci sono diverse telefonate fatte da Cosentino nelle settimane precedenti all’arresto. È il 6 febbraio scorso quando contatta il senatore Vincenzo D’Anna, vice presidente del gruppo parlamentare Gal (Gruppo Autonomie e Libertà). D’Anna, dopo aver salutato il collega, gli passa un tale Gino, ancora da identificare.

Gino: Ma tu per le Europee fai qualcosa, spero… immagino?!
Nicola: Penso di si, vediamo un po’ che dice il ‘Capo in Testa’ lì eh… non mi pare negli ultimi tempi mi voglia troppo bene! O almeno non tanto lui ma… l’entourage! Il problema è che io qua ho Dudù.. hai capito? E quindi (ride) che probabilmente non mi vuole troppo bene.
E Dudù potrebbe essere una metafora per indicare Francesca Pascale, che a detta dell’ex segretario, lo tiene lontano dall’ex premier.

Poi il telefono ritorna nelle mani di D’Anna.
D’Anna: dice che De Siano è andato da Berlusconi, che ha detto che per il momento non si tocca niente. E che non si fanno nomine né del vicecoordinatore né dei coordinatori provinciali… perché la situazione non è delle migliori… perchè lui dice che si farà il governo Renzi ed entreremo anche noi… e dura fino al 2018!

Qualche giorno dopo, il 13 febbraio, la procura intercetta una nuova conversazione con il senatore D’Anna.
Nicola: Io ti ho chiamato perché.. questi insomma.. Il fatto che chiamano la Ruggiero, il fatto che ce ne vogliono scippare uno ad uno (…) significa che non hanno alcuna intenzione di recuperare, se non quella di dire: “Prendetevi Caserta e non ci rompete il ca…”. Bisogna chiedere a Berlusconi un incontro. E a Berlusconi 4, 5 senatori di voi dovete chiamarlo e dirgli: “Noi ti dobbiamo parlare, adesso” (…) Devi dire: “Senti bello! Ma tu a questi. A uno gli hai dato il governo della Regione e noi non contiamo un cazzo! A quest’altro gli hai dato il partito a livello regionale. (…) Ma almeno ci vuoi dare i coordinatori provinciali o no? O ce ne dobbiamo andare da questo partito?”
Insomma Cosentino annuncia una battaglia che come dice a Vincenzo D’Anna, si deve fare con l’appoggio dei senatori, “dal momento in cui oggi i senatori valgono 10 volte tanto, rispetto ad un parlamentare”.

Il 18 febbraio viene intercettata ancora un’altra conversazione tra i due, e l’ex senatore racconta un episodio.
D’Anna: mi ha chiamato il professor Mennini, che sta dentro il collegio di difesa di Berlusconi e mi ha detto “ma che ca… hai ? Il cavaliere ti ha nominato 20 volte. Dice “Ma questo D’Anna com’è che vuole diventare renziano? Io ho detto: digli al Cavaliere che noi non siamo diventati renziani, però se lui ce ne caccia, andiamo dove cazzo vogliamo noi”.

Ma al di là del ricatto, Cosentino vuole assolutamente incontrare l’ex premier . Così il 28 gennaio scorso contatta Daniela Santanchè. Dopo aver ribadito che “non c’è nessuna scissione” con Forza Italia, l’ex parlamentare si lamenta di essere boicottato e avverte: “Se vanno a dire che Cosentino non c’ha manco più il voto della moglie, che è finito, la gente qua si ribella! Anzi, invece di ringraziarmi, mi si attacca pure con operazioni di piccolo sabotaggio… Questa gente è nata insieme a me, non mi lascerà mai”. La Santanchè gli consiglia di parlare direttamente con Berlusconi: “Bisogna parlare con lui, farlo ragionare, dirgli le cose!”. E Cosentino spiega: “Non me lo passano!”. Così Cosentino si sfoga: “Non vorrei che la Bosnia che si verifica in Campania poi possa essere il preludio a una Bosnia allargata ad altri territori”. Se la Santanchè non riesce, o forse non vuole metterlo in contatto con il Cavaliere, Cosentino ci prova tramite Denis Verdini. Il Fatto ha pubblicato il 18 febbraio scorso le immagini di un incontro tra i due a Caffè Ciampini (guarda). Ma i colleghi si erano già sentiti al telefono. Agli atti, c’è un messaggio di Cosentino del 30 gennaio: “Caro Denis, sarebbe un bel segnale di disgelo inserire quando e se si farà, l’ufficio di presidenza, il sen. Sarro”. Il 28 marzo, la procura intercetta una telefonata. Verdini rassicura: “Vieni a Roma domani, che alle 3 andiamo dal presidente io e te”. Passano solo sei giorni e Cosentino viene arrestato.

di Vincenzo Iurillo e Valeria Pacelli

Dal Fatto Quotidiano del 27 Aprile 2014

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