“Domani è il 25 Aprile, spero che anche per noi sia una Liberazione. Sono passati sette anni, dobbiamo liberarci da questo incubo, non ce la facciamo più”. Così Rosi Demasi, madre di uno dei sette operai morti nella notte fra il 5 e 6 dicembre 2007 nel rogo nello stabilimento Thyssenkrupp di Torino. Nel giorno della sentenza della Corte di Cassazione, la signora Demasi si dice “arrabbiata” dopo che il Pg ha chiesto ai supremi giudici di confermare le pene ridotte in appello agli imputati. “Nel primo grado il giudice – spiega l’unico sopravvissuto alla strage, il deputato Pd Antonio Boccuzzi – aveva condannato l’ad di Thyssen a sedici anni con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, mentre in appello la sentenza è stata ribaltata: dieci anni di reclusione perché per le toghe non ci fu dolo. Quello che chiediamo è ristabilire la sentenza di primo grado”  di Annalisa Ausilio

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Thyssen, pg Cassazione: “Non fu omicidio volontario. Ridurre pene”

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