E’ questione di ore, poi il cuore delle acciaierie di Piombino si fermerà. L’altoforno che rifornisce lo stabilimento livornese del gruppo Lucchini – in amministrazione straordinaria dal 2012 – sta per essere messo in “stand by”: per 20-30 giorni verrà caricato solo con il coke e non con il minerale, passando allo stato che precede lo spegnimento. Nel futuro immediato l’impatto negativo sarà attutito con i contratti di solidarietà. Sul “dopo” si saprà qualcosa solo il 30 maggio, giorno di scadenza della presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dello stabilimento, in cui lavorano 1.500 persone. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo l’ennesima riunione al ministero dello Sviluppo economico sull’accordo di programma (presenti anche il Comune di Piombino, l’Autorità portuale, la Provincia di Livorno e la Regione), ha chiesto ufficialmente “sei impegni per garantire un futuro al polo siderurgico”. Secondo Rossi – che su Twitter ha lanciato l’hashtag #Piombinonondevechiudere – “con la partita di Piombino si decide la politica industriale dell’intero paese”. La prima richiesta riguarda la bonifica del sito industriale, in modo che non se ne debba fare carico chi subentrerà al commissariamento della Lucchini. Per bonificare il sito e metterlo in sicurezza servono 139 milioni, ha ricordato Rossi: il governo ne ha promessi 50 e la Regione ne garantirà 60 oltre ai 50 già previsti per l’ampliamento del porto. Al governo la Regione chiede anche “un contributo di almeno 30 milioni per il completamento del collegamento stradale tra il porto e la statale 398 e un impegno per consentire ai lavoratori della Lucchini di rimanere, attraverso il contratto di solidarietà, nell’azienda ad occuparsi anche della bonifica e dello smantellamento dell’area a caldo”. Il quarto punto dell’appello chiama in causa il ministero della Difesa, che dovrebbe utilizzare il porto di Piombino per la rottamazione delle navi militari. Al ministero dello Sviluppo economico la Regione chiede invece di mettere a disposizione 20 milioni come agevolazioni agli investimenti produttivi. Sesta richiesta di Rossi è l’avvio di una cabina di regia unica e la preparazione di un cronoprogramma dettagliato da definire entro tre mesi dalla firma. 

Il video degli operai e la risposta del Papa – Gli operai della Lucchini, nei giorni scorsi, hanno registrato un videomessaggio con un appello al Papa, che sarà consegnato anche a tutti i deputati e senatori e alla presidente della Camera Laura Boldrini.

“Francesco, qui siamo alla fine. Fai qualcosa”, dice uno dei dipendenti dell’acciaieria. Paolo Tempini chiede a Papa Francesco di “intercedere per le acciaierie”, Andrea Galli lo prega di “prendersi a cuore la vicenda: siamo disperati, non c’è persona migliore”, Dario Giannaneschi ipotizza che il Pontefice possa “prendere in mano la situazione e coinvolgere tutte le parti politiche”. Parlano poi Giuseppe Garito, che chiede a Bergoglio di “pregare anche per noi perché saremo i nuovi poveri del futuro, saremo i disperati”, e Francesco Masangui, che auspica una preghiera per “una zona che rischia di morire e 4.500 persone che rischiano di essere mandate a casa, una bella fetta di patrimonio culturale e lavorativo che se ne va”. Bergoglio, al termine dell’udienza generale di mercoledì, ha risposto chiedendo “ogni sforzo di creatività e di generosità” per chi perde il lavoro e per i disoccupati “a causa dello spreco e della crisi economica”. “Per favore aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!“, ha detto. “Ieri ho ricevuto un video-appello dagli operai della Lucchini di Piombino inviatomi prima della chiusura dell’altoforno e che mi ha davvero commosso. Sono rimasto triste“. “Cari operai, cari fratelli – ha proseguito – sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza, la preoccupazione di padri di famiglie che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter costruire, nutrire ed educare i propri figli, siate sicuri della mia vicinanza e della mia preghiera”. “Non scoraggiatevi – ha aggiunto Bergoglio – il Papa è accanto a voi e prega per voi, affinché quando si spengono le speranze umane rimanga sempre accesa la speranza divina che non delude mai”. A Pasqua e Pasquetta per protestare contro lo spegnimento dell’altoforno uno dei lavoratori delle acciaierie, Paolo Francini, ha fatto lo sciopero della fame davanti alla portineria dello stabilimento. Fim, Fiom e Uilm, per protestare contro lo stop dell’altoforno, hanno indetto per mercoledì un’assemblea davanti alla portineria dello stabilimento e uno sciopero di due ore (dalle 16 alle 18), invitando tutti i sindaci e i candidati a sindaco del comprensorio della Val di Cornia e dei comuni limitrofi.

Le possibili offerte – Con il disimpegno del magnate russo Alexei Mordashov, Lucchini è entrata in amministrazione straordinaria. Dopo che la procura di Livorno ha aperto un fascicolo per falso in atto pubblico e turbativa d’asta sul gruppo tunisino Smc, che aveva comunicato di voler presentare un’offerta vincolante per l’acquisto delle acciaierie, potrebbe ora avere la meglio la società indiana Jsw

 

Articolo Precedente

Russia, 50 miliardi già volati via. Con sanzioni Ue-Usa rischio nuova fuga capitali

next
Articolo Successivo

Dl Irpef, salgono tagli ai ministeri. Spunta fondo ad hoc per rendere strutturale bonus

next