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Migranti, in 300 fuggono dal centro di accoglienza “San Pietro” di Comiso

Ieri nelle strutture siciliane era ripresa l'emergenza dopo lo sbarco di 828 persone a Pozzallo. Matteo Salvini: "Sospendere operazione Mare nostrum"
Migranti, in 300 fuggono dal centro di accoglienza “San Pietro” di Comiso
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Oltre 300 migranti, in maggioranza eritrei, parte di quegli 828 giunti ieri nel porto di Pozzallo, sono fuggiti dall’ex centro di sperimentazione agricola della Regione siciliana “San Pietro”, struttura tra Comiso e Ragusa, allestita per fare fronte all’emergenza sbarchi.

Oggi nell’ex masseria sono presenti poco meno di 100 migranti, il resto si è dileguato ed è pronto a raggiungere le altre nazioni europee, veri loro obiettivi. Il loro sogno è raggiungere la Svezia, la Germania o la Francia. Per questo evitano di farsi identificare, ricorrendo a stratagemmi come quello di ricoprirsi i polpastrelli con vernice per impedire alla scientifica di prendere le loro impronte digitali. E, come da prassi consolidata da diversi mesi, fuggono dai centri di accoglienza per inseguire la meta finale del loro viaggio della speranza.

Nel porto di Pozzallo, nel Ragusano, nelle ultime 24 ore sono arrivati in più di 800, quasi tutti eritrei, quindi potenziali richiedenti asilo. Ma, proprio per l’alto numero di presenze, per accelerare gli sbarchi sono stati condotti in centri di accoglienza dove sarebbero dovuti, poi, essere identificati: ma la maggior parte di loro è fuggita. Una scena che si verifica da mesi in diverse città siciliane. “Non scappano soltanto da Pozzallo – spiega il sindaco Luigi Ammatuna – ma da tutti i centri di accoglienza. Ho parlato con molti di loro e nessuno vuole rimanere in Italia: il sogno, tutt’altro che segreto, anzi dichiarato pubblicamente, è raggiungere un Paese del Nord Europa”. Una tesi confermata anche da investigatori che operano sul posto: “noi facciamo il nostro dovere fino in fondo, ma è impensabile cercare di rintracciare centinaia di persone non identificate che vogliono lasciare l’Italia: non basterebbe neppure l’esercito”.

In questo contesto Matteo Salvini ha chiesto di sospendere l’operazione Mare nostrum. “Presenteremo subito a Camera e Senato la proposta di sospendere l’operazione Mare nostrum che costa 300 mila euro al giorno ai cittadini italiani che finiscono quindi per finanziare gli scafisti e l’invasione delle nostre coste”, ha detto il segretario federale della Lega Nord, che ha annunciato che entro 10 giorni andrà in Sicilia.

 

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