Gianni ed Enrico Letta. Lo zio e il nipote. Su posizioni politiche opposte ma insieme nel comitato consultivo di Spencer Stuart, la società internazionale di cacciatori di teste che ha vinto due gare per la selezione dei candidati a occupare le 350 poltrone pubbliche che tra poche settimane saranno vacanti. Lo rivela L’Espresso, raccontando come l’advisory board del gruppo, che si occupa di scovare sul mercato i migliori manager per conto di aziende pubbliche e private, abbia visto sfilare un gran numero di nomi eccellenti. Da Letta&Letta (Gianni ne entra a far parte a metà degli anni Duemila, Enrico qualche anno dopo) a Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e consigliere Mediaset, passando per Elio Catania, ex presidente delle Fs e di Ibm e oggi al vertice di Confindustria digitale, e Raffaele Agrusti, per anni direttore finanziario di Generali

Spencer Stuart, forte di questi uomini di peso (aiutano anche i contatti del presidente e ad Carlo Corsi, ex carabiniere e cavaliere dell’Ordine di Malta), si è aggiudicata dunque l’incarico per le candidature delle società controllate dal Tesoro e quello – stavolta, però, insieme alla Management search – per le partecipate della Cassa depositi e prestiti. Gare, entrambe, bandite in ottemperanza a una direttiva del 2013 del ministero dell’Economia, che in nome della trasparenza stabilisce che le rose dei candidati ai ruoli di vertice di aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e Poste siano preparate dai cacciatori di teste e vagliate poi da un Comitato di garanzia in cui siedono Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta, Vincenzo Desario, ex direttore generale di Banca d’Italia, e Maria Teresa Salvemini, consigliere Cnel. Ultima nota: il settimanale del Gruppo Espresso riporta che Spencer Stuart non può considerarsi propriamente indipendente dalle società pubbliche per le quali seleziona potenziali manager, considerato che tra i suoi principali clienti ci sono proprio il Cane a sei zampe e gli altri big.

 

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