La liberalizzazione ulteriore dei contratti a tempo determinato “rappresenta una boccata di ossigeno per le imprese ma non è questa la strada per irrobustire il mercato del lavoro italiano”. L’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero boccia così il job act di Matteo Renzi (che di fatto cancella la riforma del ministro del governo Monti). “La priorità”, dice, “è quella di incoraggiare il lavoro senza perdere di vista gli obiettivi di medio termine che sono migliorare la formazione dei nostri giovani e aumentare la produttività”.

Nel programma di Renzi, sempre secondo l’ex ministro, manca la chiarezza degli obiettivi. “C’è una forte contraddizione implicita che è dovuta alla difficile situazione: il fatto di liberalizzare ulteriormente i contratti a tempo determinato e incentivarne l’uso con un lavoro così scarso non è criticabile. Se le imprese non assumono bisogna incoraggiarle attraverso la riduzione del costo del lavoro e la flessibilità è la strada giusta. Ma credo che non sia la strada giusta per risolvere il problema di fondo dell’economia che è la bassa produttività”. Per la Fornero, “l’aspetto che giudico ambivalente, preoccupante, sono le misure che riguardano l’apprendistato. Credo fermamente all’apprendistato come lo avevamo concepito, ossia come un ponte saldo tra scuola e lavoro. La divisione tra scuola e lavoro è una delle cause della bassa produttività e anche della precarietà. L’apprendistato deve essere visto come apprendimento, come formazione e rappresenta una strada per irrobustire le relazioni di lavoro e la produttività”. Quello che c’è nel decreto, secondo Fornero, “indebolisce la parte formativa. Come mai se viene indebolita la parte formativa lo Stato ritiene l’apprendistato così meritevole che gli vengono accordati degli sconti contributivi?”.

Comunque, sottolinea Fornero, “capisco che rispetto al momento in cui ero ministro il mercato del lavoro è cambiato, la recessione ha colpito in modo molto duro. Incoraggiare il lavoro è una priorità, bisogna farlo senza perdere di vista gli obiettivi di medio termine che sono migliorare la formazione dei nostri giovani e l’apprendistato è la strada giusta”. Se le misure annunciate dal governo Renzi “porteranno ad una maggiore precarietà avremmo modo di lamentarci e di subire le reprimende dell’Ue che tra le cose che aveva criticato fortemente era esattamente la precarietà. Spero che questo non succederà. Spero che i mix di misure per ossigenare il mercato del lavoro diano dei risultati ma non bisogna perdere di vista il medio termine”.

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