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Il muro di Kiev che non vorrei mai vedere

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Guardando alla situazione Ucraina mi chiedo se la Guerra Fredda sia mai veramente finita e se un giorno, fra cinquant’anni, i nostri nipoti si ritroveranno a leggere nei libri di storia che a venticinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, un nuovo limes avrebbe spaccato l’Europa.

La politica economica di Putin sembra infatti aver azzerato gli sforzi incredibili (specialmente se si guarda a cosa è diventata oggi la Russia) fatti da quel Nobel per la Pace, tale Gorbaciov, per traghettare il suo Paese non solo fuori dalla dicotomia Est-Ovest pericolosissima di quegli anni, ma proprio da un “karma” tendente all’autoritarismo prima con gli Zar, poi col comunismo, adesso con “l’uomo forte” Putin. Da un punto di vista politico le forme di governo sono state, come ovvio, radicalmente diverse ma la Russia ha tutti i sintomi di una democrazia troppo giovane.

L’opera di Gorbaciov è stata mastodontica se si pensa in che contesto è maturata.

Oggi però la Russia è tornata a stringere intorno a sé i Paesi di cui ha bisogno per essere una potenza economica.

Ed è in questa morsa micidiale che si è trovata stritolata l’Ucraina, dal momento che, geograficamente, è il passaggio obbligato del gas russo per l’Europa. Sembra un Paese che più che da Viktor Yanukovich debba liberarsi da Putin.

Ma se da un lato la rivoluzione pare riuscita, dall’altro le dichiarazioni dell’ex presidente che parla di golpe, la telefonata “conciliante” fra Obama e Putin e le dichiarazioni di oggi del presidente ad interim Olexander Turchynov sul rischio di separatismo, fanno presagire un altro scenario: Ucraina di Kiev con l’Europa, Ucraina dell’Est con Putin. E cosa faranno? Alzeranno un altro muro? 

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