Il 2013 ha prodotto 293mila disoccupati in più del 2012. L’incremento in termini percentuali è del 10 per cento. A rilevarlo è stata l’Istat secondo cui il confronto tra dicembre e novembre evidenzia invece una diminuzione di 32mila unità dal numero delle persone senza lavoro (-1%). Andamento analogo per il tasso di disoccupazione che il mese scorso era al 12,7%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali ma in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi.

Quanto ai giovani, i senza lavoro tra i 15-24enni sono 671mila, con un’incidenza su questa fascia d’età pari all’11,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,8 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è invece del 41,6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre 2013, ma in aumento di 4,2 punti su base annua. Aumenta, poi, il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni: +0,4% rispetto al mese precedente (+51 mila persone) e dello 0,3% rispetto a dodici mesi prima (+46mila). Il tasso di inattività si attesta così al 36,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua.

E se i disoccupati aumentano, naturale che diminuisca il numero di chi lavora. A dicembre 2013 gli occupati erano 22,27 milioni, in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente (-25 mila persone) e dell’1,9% su base annua (-424 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, è così diminuito di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima.  

Intanto a novembre nelle grandi imprese, ovvero le aziende con almeno 500 dipendenti, la retribuzione lorda per dipendente (al netto di quelli in cassa integrazione) ha registrato una crescita dell’1,7% su base annua, anche se contestualmente il costo del lavoro è aumentato del 2,5 per cento.

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