Fino a qualche mese fa assicurava che “non voleva più saperne di politica“. Eppure la prima uscita pubblica di Nicola Cosentino (ex sottosegretario all’Economia ed ex coordinatore campano del Pdl), dopo le vicende giudiziari, ha avuto un significato politico forte: con la convention organizzata da ‘Forza Campania‘ alla Stazione Marittima di Napoli nell’anniversario dei vent’anni di Forza Italia, Cosentino ha ribadito ai vertici locali e nazionali del partito che lui conta ancora moltissimo. Così, prima dal palco e poi in conferenza stampa, l’ex sottosegretario ha ribadito a tutti la sua volontà di rientrare nei giochi. Non in cerca di poltrone o di candidature, ma per “servire la comunità attraverso la politica“. “Ai tanti amici – ha detto Cosentino – che mi hanno consigliato di rimanere a casa, di pensare a me e alla famiglia dico che qua mi sento a casa, mi sento nella mia famiglia. Non mi tiro indietro”. Quanto alla possibilità che un suo ritorno in politica possa essere dannoso per lui, a pochi giorni dalla decisione della Cassazione di accogliere il ricorso dei pm contro la sua scarcerazione, Cosentino risponde: “Se in un Paese democratico ci si priva della possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni e coltivare i propri ideali siamo in un regime dittatoriale“. Infine, un passaggio su Berlusconi. “Mi ha chiamato quando sono uscito dal carcere e – ha detto – mi ha chiesto quanto prima di andare a Palazzo Grazioli. Sulla candidatura alle scorse elezioni dico che se fossi stato al posto di Berlusconi avrei candidato Cosentino. Io sono del parere che un padre può fare degli sgarbi, anche notevoli, a un figlio. Ma il figlio non dovrebbe mai fare lo stesso sgarbo al padre. Io resto figlio di Berlusconi”  di Andrea Postiglione

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