A più di un anno e mezzo dal terremoto che ha sbriciolato case e accartocciato capannoni e industrie, in Emilia decine di famiglie vivono ancora nei container sistemati dalla Regione, in attesa che aprano i cantieri della ricostruzione. Ogni giorno fanno i conti con bollette dell’energia elettrica che possono superare anche i 2.000 euro, luci al neon, umidità, freddo in inverno e caldo insopportabile in estate. Chi può scappa via il prima possibile. Come Antonella, che tra pochi mesi traslocherà in un appartamento insieme al marito e al figlio Francesco, nato tra le lamiere del container. “Più di anno – dice – qui non si può stare”. I più sfortunati invece aspettano: “Non sappiamo quando potremmo andarcene, anche perché il nostro condominio non è stato ancora buttato giù. Questo non è vivere ma sopravvivere”   di Giulia Zaccariello

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