A San Lorenzo c’ è un muro. Un muro della memoria. Il 25 novembre 2012 a Roma in via dei Sardi, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, un gruppo di donne ha realizzato un murale. Sono state dipinte 107 sagome bianche per ricordare le 107 donne vittime di femminicidio dall’ inizio del 2012 fino a quel giorno.

Sagome bianche di donne che si tengono per mano, tutte uguali, senza tratti distintivi. Su ogni sagoma una targhetta con il nome e la data in cui sono state uccise.
Si è scelto di chiamarle per nome per ricordarle come persone e non come numeri. Per ricordarle una ad una.
Oggi però non è più così. Quel muro è stato deturpato, su quel muro si è verificata l’ennesima violenza.

 Murales San Lorenzo - donneSuccede pochi giorni fa. E’ sera e passeggio per le strade di San Lorenzo. Camminando lungo quel muro, la luce del lampione illumina le sagome: sgomento e sconcerto, questo quello che provo. Non voglio credere ai miei occhi. Alcune targhette sono state strappate e le sagome sono state imbrattate con vili e squallidi disegni. Vili e squallidi, proprio come coloro che hanno compiuto tale gesto.

Le hanno uccise due volte: questo è il mio primo pensiero. Queste donne hanno subito in vita violenze e soprusi da parte di uomini con un’idea malata dell’amore. Ora sono state oltraggiate da volgari disegni e le targhette che portavano il loro nome, sono state strappate. Sono state strappate via come a voler cancellare la loro memoria, come a voler cancellare la loro anima.

Murales San Lorenzo - donneQuesto gesto però non offende soltanto il loro ricordo, ma riguarda tutti noi. Riguarda una cultura malata che ha radici profonde in questa società, radici così difficili da estirpare. Riguarda una società basata sull’assimetria dei rapporti, sull’individualismo. Dove la cultura del noi difficilmente riesce ad attecchire.

Osservo di nuovo il murale, questa volta però nella bellezza dell’ insieme: facendo pochi passi indietro le scritte non si vedono più e rimane l’ intero disegno. Quasi cento metri di muro, su cui 107 donne si tengono per mano. Tocca ripartire da qui. 

 

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