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‘Emilia rossa cuore nero’, un documentario sulla terra di partigiani e fascisti

Realizzato dal giovane regista di Modena Gabriele Veronesi, sarà presentato in anteprima nazionale venerdì 8 novembre al Via Emilia Doc Fest. E' la storia di una terra in cui convivono a fatica pugni chiusi e braccia tese
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C’è una regione, in Italia, in cui Lenin e Mussolini distano poco più di 150 chilometri uno dall’altro. Ossia la strada che separa Cavriago, 10 mila anime cresciute all’ombra del busto del padre dei bolscevichi, da Predappio, comune ai piedi dell’appenino forlivese, noto per i pellegrinaggi alla tomba del duce. È la terra in cui convivono, a fatica, pugni chiusi e braccia tese , in cui si incontrano e si scontrano Casapound e centrisociali, Fiamma tricolore e antagonisti proletari. È la patria dell’antifascismo che si guarda allo specchio e si scopre nostalgica. E che oggi diventa protagonista di un documentario “Emilia rossa, cuore nero”, realizzato dal giovane regista modenese, Gabriele Veronesi, e presentato in anteprima nazionale venerdì 8 novembre al Via Emilia Doc Fest.

“L’idea di raccontare questo tema nasce all’indomani degli scontri, avvenuti a Modena nel 2011, in occasione di un convegno organizzato da Fiamma tricolore” racconta il regista. Giornalista e videomaker, nonostante i ventotto anni ancora da compiere, Veronesi ha all’attivo diversi progetti, tra cui “Modenaalcubo”, inchiesta sull’urbanistica modenese, che ha fatto infuriare l’amministrazione Pd. “La mie intenzione era dare vita a un lavoro che non fosse un semplice documentario contro il fascismo, ma un progetto che ascoltasse le ragioni di entrambi. Andando a toccare questioni come la libertà d’espressione, l’apologia di fascismo e lo scioglimento delle realtà politiche che si ispirano al Ventennio. Il tutto con uno sguardo il più imparziale possibile”.

Realizzato con un budget limitato, in tutto circa 1500 euro, e completamente autoprodotto, il documentario è un viaggio nel paradosso emiliano: la regione rossa per eccellenza, costretta a confrontarsi con i camerati del nuovo millennio. “Una contrapposizione raffigurata in modo emblematico in una fotografia, che è stata di grande ispirazione per tutto il documentario e che raffigura il busto di Lenin a Cavriago, totem del comunismo emiliano, colpito da una goliardata, rivendicata dai ragazzi di Casapound. Un colpo al cuore, quasi un atto simbolico che dimostra come non ci siano più zone inibite a questi movimenti e partiti”.

L’obiettivo è andare oltre la semplice antitesi, rossi contro neri, creando un punto di partenza per un confronto, e per una riflessione più ampia. “Sono convinto che il puro conflitto sia sempre negativo. E che l’antifascismo migliore non sia quello che spacca le vetrine, ma quello che si fa a scuola, quello che produce ricerca e documentazione. Ma allo stesso tempo penso che in Italia, nonostante l’assenza della politica, siano rimasti gli anticorpi contro gli estremismi e il fascismo”. Nel video si alternano immagini delle manifestazioni antifasciste organizzate dai centri sociali a Bologna, Modena e Reggio Emilia, a quelle dei pellegrinaggi dei nostalgici che ogni anno, a luglio e a ottobre, invadono Predappio al grido di “lunga vita al duce”. E poi interviste, tra gli altri, al sindaco di Sassuolo, Luca Caselli, avvocato ex missino oggi alla guida del comune modenese, al sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, e a Saverio Ferrari, esperto di neofascismo.

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